
A19, l’arteria che collega Palermo e Catania, è diventata un vero e proprio incubo per automobilisti e pendolari. Da settimane, soprattutto nei fine settimana e nelle ore di punta, si registrano code chilometriche soprattutto tra gli svincoli di Altavilla Milicia e Bagheria, con tempi di percorrenza che sfiorano l’assurdo: basti pensare che, per coprire appena dieci chilometri, il tempo medio può superare le due ore.
Alla base dei disagi ci sono due cantieri contigui, attivi proprio all’ingresso di Palermo, che stanno letteralmente paralizzando il traffico. Il primo riguarda il viadotto Perriera, dove gli interventi, iniziati nel settembre 2024, proseguiranno almeno fino a marzo 2026. Il secondo cantiere, situato a Bagheria, interessa invece la sostituzione delle barriere di protezione su un tratto di circa un chilometro.
La conseguenza? Un restringimento doppio della carreggiata che, nei momenti di punta, provoca code interminabili fino a tarda notte.
Di fronte a questa situazione, l’Anas ha cercato di correre ai ripari con un comunicato in cui invita gli automobilisti a programmare il rientro in tarda serata, evitando le fasce orarie più trafficate. Inoltre, l’ente ha annunciato il potenziamento del personale in strada e la presenza di presidi di soccorso meccanico tra Palermo e Termini Imerese, attivabili tramite la Sala Operativa.
Tuttavia, le misure sembrano insufficienti rispetto all’intensità del problema. I disagi non solo persistono, ma aumentano giorno dopo giorno, rendendo la A19 un simbolo dell’inefficienza infrastrutturale in Sicilia, come già evidenziato nell’articolo A19, traffico ancora in tilt: scattano i piani straordinari di viabilità
A puntare il dito con forza è stato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha espresso frustrazione per la gestione del cantiere da parte di Anas. In una nota diffusa al termine della riunione del Comitato operativo per la viabilità, Schifani ha evidenziato come, nonostante l’ipotesi di un bypass per alleggerire il traffico fosse stata condivisa da tutti i presenti, Anas ne abbia poi escluso l’attuabilità durante un successivo sopralluogo, giudicandola impraticabile per motivi tecnici.
Il presidente della Regione ha parlato di una mancanza di visione e pianificazione, accusando i vertici regionali di Anas di essersi defilati proprio nel momento in cui sarebbe servita maggiore assunzione di responsabilità. Secondo Schifani, la gestione di due cantieri così ravvicinati, per giunta in piena stagione estiva, rappresenta un errore grave che avrebbe potuto e dovuto essere evitato.
Non solo critiche. La Regione Siciliana ha anche annunciato di voler procedere con una richiesta ufficiale di rimozione del responsabile di Anas Sicilia, ritenuto non collaborativo e poco incline a interagire con le istituzioni locali. Una presa di posizione dura, che dimostra quanto alta sia la tensione tra Palazzo d’Orléans e l’azienda statale.
“La Regione farà sentire la propria voce in tutte le sedi, anche a livello ministeriale, avanzando la richiesta della rimozione del responsabile di Anas Sicilia che continua a dimostrare scarso senso di collaborazione istituzionale nei confronti del ruolo del commissario e nei confronti dei siciliani“, dichiara il Presidente Schifani. Secondo fonti regionali, la gestione attuale starebbe aggravando il quadro, rendendo la viabilità regionale instabile in un momento cruciale per il turismo e l’economia. Schifani ha lamentato anche la mancata comunicazione da parte di Anas, dichiarando di non essere stato nemmeno informato sugli esiti degli ultimi sopralluoghi.
Alle proteste si è unito anche il sindaco di Palermo e della Città Metropolitana, Roberto Lagalla, che ha condiviso la forte preoccupazione per la situazione. Il primo cittadino ha espresso apprezzamento per l’impegno del presidente Schifani nel convocare tavoli tecnici insieme alla Prefettura, ma ha sottolineato come i cantieri attivi stiano pesando in modo insostenibile su chi entra o esce da Palermo.
Lagalla ha evidenziato che la criticità della A19 non riguarda solo i pendolari, ma incide in modo diretto anche sul turismo e sul commercio, in un periodo in cui l’afflusso di visitatori è in costante crescita. “La fruibilità degli assi autostradali – ha spiegato Lagalla – è ormai una priorità assoluta per garantire lo sviluppo della città, soprattutto in questo periodo, in cui si sta entrando nel pieno della stagione estiva con notevole impatto sul piano turistico e su quello commerciale”
Quel che preoccupa di più è la sensazione diffusa tra i cittadini: l’emergenza rischia di diventare la norma. Le soluzioni tecniche tardano ad arrivare, i tempi di completamento dei lavori si estendono oltre il 2026, e la comunicazione tra enti appare frammentata.
Intanto, ogni fine settimana, le stesse scene si ripetono: code interminabili, veicoli fermi sotto il sole, famiglie stremate e pendolari arrabbiati. A rendere tutto più grave, c’è il fatto che l’autostrada A19 non è una semplice via di comunicazione, ma una dorsale fondamentale per la mobilità dell’intera isola. Finché non arriveranno interventi coordinati, programmati e soprattutto condivisi con le istituzioni locali, il rischio è che l’autostrada del caos resti tale ancora a lungo. Un’autostrada bloccata, istituzioni in contrasto e soluzioni che tardano. E i siciliani, intanto, continuano a chiedersi: “ma quando finirà questo calvario?”
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