Secondo uno l’ultimo studio, condotto dell’Associazione Italiana Editori, si registrerebbero gravi carenze di lettura soprattutto nel Mezzogiorno italiano. La situazione diventa critica se si considera che, oltre a numero basso di lettori, vi è anche un carenza di librerie, si tratta di un 25% in meno in rapporto alla popolazione rispetto al Centro Nord. Al Sud, in questo quadro già tragico le vendite di libri e testi rimane al di sotto del 20%. Le poche biblioteche presenti nel territorio non hanno né un patrimonio librario adeguato né strutture che possano soddisfare le esigenze dei lettori. Così gli utenti, che si avventurano nelle biblioteche dei loro paesi, spesso ne escono a mani vuote, rinunciando a soddisfare quella piccola, e forse rara, voglia di leggere qualche pagina e di dedicare del tempo a loro stessi e alla loro educazione culturale. Perché di questo si parla, meno si legge e meno si conosce.
Il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Innocenzo Cipolletta, intervenendo a Napoli in occasione dell’apertura del convegno “Per una primavera della lettura al Sud”, ha rivolto un appello congiunto alle istituzioni nazionali e territoriali, al settore privato, al terzo settore e al mondo scolastico, invitandoli a collaborare attivamente per promuovere la cultura della lettura nel Mezzogiorno: “al Sud e nelle Isole mancano le infrastrutture, è inevitabile partire da qui. I numeri che presentiamo oggi vogliono essere il punto di partenza di una discussione costruttiva che porti il Paese in breve tempo a mettere in campo tutte le risorse possibili per un cambio di passo. L’attenzione alle zone svantaggiate del Piano Olivetti lanciato dal Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il ripristino del fondo per gli acquisti straordinari delle biblioteche e il fondo per l’apertura di nuove librerie, le molte iniziative di Regioni e Comuni, del Centro per il libro e la lettura, il ruolo importantissimo del privato no profit sul territorio sono tutti tasselli di un mosaico che va strutturato e rinforzato. Gli incontri proseguiranno nei prossimi mesi nelle altre Regioni del Sud coinvolte nella ricerca”.
Le ricerche condotte al Sud
La ricerca presentata da AIE e condotta da Pepe Research mette nero su bianco i tragici risultati del Meridione italiano. Ad essere stati analizzati i dati di otto Regioni del Meridione: Abruzzo, Molise, Sicilia, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Campania.
Ai componenti, del campione selezionato, è stato sottoposto, da parte dei ricercatori dell’Associazione Italiana Editori, il seguente quesito: “nel corso degli ultimi dodici mesi, le è capitato di dedicare del tempo libero alla lettura, anche solo parziale, di un libro, un e-book o all’ascolto di un audiolibro, indipendentemente dal genere – comprendendo sia opere di narrativa (quali romanzi, gialli, fumetti, fantasy, ecc.) sia testi di saggistica, manuali, guide o ricettari – purché non destinati allo studio scolastico o all’aggiornamento professionale? In caso affermativo, può indicare, approssimativamente, quanti ne ha fruiti? Si prega di non includere i testi utilizzati a fini di studio”.
Dai dati raccolti e analizzati è emerso che la maggior parte dei lettori non risiede nel Sud Italia. Da quanto emerso un 77% di lettori si ubica al Nord e solo un 62% nel Sud e nelle Isola. Si ricava quindi una media nazione del 72% di lettori complessivi in Italia. Focalizzandoci sulle regioni del Sud prese in esame, si può osservare come le Regioni in cui si lega di meno siano: Abruzzo e Molise, con una percentuale di lettori del 59%, , a seguire la Sicilia con una percentuale del 60%, è in terza posizione Basilicata Calabria e Puglia, regioni che hanno totalizzato un 62% di lettori.
Nella nostra isola la situazione diventa sempre più sconfortante se si considera anche i dati relativi alla lettura deli libri a stampa. In questa categoria la nostra Regione è ultima in tutta Italia!
L’importanza delle biblioteche e i dati raccolti
L’Associazione Italiana dei Lettori ha condotto anche lo studio sul numero di biblioteche per 1000 abitanti. Secondo i dati raccolti il maggior numero di biblioteche si ha al Centro Nord (0.13) mentre al Sud e nelle Isole sembra scarseggiare (0,11).
In ultima posizione per numero di biblioteche si trova la Puglia (0,06), in seconda posizione la Campania (0,08), seguita a poca distanza dalla Sicilia (0,10). Ancora più preoccupanti sono i dati relativi ai prestiti bibliotecari ( anche qui considerati ogni 1000 abitanti per area geografica). Mentre al Nord e al Centro, i prestiti ogni 1000 abitanti, ammontano a 741 a differenza del Sud e nelle Isole in cui sono stati registrati solo 55. Anche questa volta in ultima posizione arriva alla Campania con solo 5 prestiti, seguita da Calabria (13 prestiti) e dalla Sicilia (31 prestiti).
Le ore da dedicare alla cultura
In altre parole, secondo gli studi condotti, nelle regioni del Sud e nelle Isole, si legge di meno e, quando lo si fa, vi si dedica sempre meno tempo. In molte casi, infatti, è frequente che trascorra un’intera settimana senza che si apra nemmeno un libro. Il 47% degli intervistati ha dichiarato di non aver dedicato neanche un’ora settimanale alla lettura, a testimonianza di un’abitudine culturale sempre più scarsa.
Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato da un’offerta culturale fortemente limitata.
Il Sud registra solo il 24% degli spettacoli culturali annuali sull’intero territorio nazionale, a fronte del 76% concentrato tra il Nord e il Centro. Tale squilibrio si riflette anche nella partecipazione del pubblico: soltanto il 18% della popolazione del Sud ha preso parte ad attività culturali nell’ultimo anno, tra cui spettacoli di prosa, opere liriche, rappresentazioni di danza e balletto, concerti e mostre d’arte. Questi dati evidenziano una duplice carenza: da un lato, la mancanza di stimoli culturali accessibili e continuativi; dall’altro, una limitata partecipazione del pubblico, che spesso è escluso da occasioni formative e culturali. È quindi necessario un impegno congiunto delle istituzioni, del sistema educativo e del settore culturale per invertire questa tendenza e rendere la cultura un’opportunità concreta e diffusa, anche e soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese.