
Curriculum AI: ormai l’intelligenza artificiale sembra essere entrata in toto nelle nostre vite. Influenzando o addirittura trasformando ogni aspetto della nostra quotidianità, e ad oggi possiamo dire che è pienamente entrata anche nell’ambito lavorativo! Da un lato, l’intelligenza artificiale offre un grandissimo vantaggio per chi cerca lavoro. D’altronde inserendo semplicemente il proprio nome, le proprie caratteristiche e i titoli di studio, sarà possibile ottenere un curriculum ben strutturato in pochi secondi. Tuttavia, dall’altro lato, affidarsi esclusivamente all’IA per la stesura del CV e della lettera di presentazione può essere rischioso. Se il curriculum appare troppo “automatizzato” potrebbe essere scartato delle aziende. Di seguito gli errori più comuni.
Secondo uno studio condotto dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano un 26% dei candidati si affida all’intelligenza artificiale sia per ottimizzare le proprie candidature che per la stesura dell’intero curriculum. E la tendenza è ancora più marcata tra le nuove generazioni. Infatti, ben il 57% della Generazione Z e il 40% dei Millennials scelgono di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per creare CV e lettere di presentazione personalizzate. Per i candidati l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sembra essere l’unico strumento in grado di aiutarli ad ottenere un determinato lavoro. Chi fa affidamento all’intelligenza artificiale cerca di adattare il più possibile il proprio Cv all’azienda per cui si sta facendo domanda.
Tuttavia, non è detto che delegare la scrittura del proprio profilo professionale all’intelligenza artificiale porti sempre ai risultati sperati. Sebbene, da un lato, l’IA possa aiutare a creare un curriculum perfettamente allineato alle richieste specifiche di un’azienda, dall’altro, c’è il rischio che si finisca per sacrificare la propria autenticità. Il rischio maggiore, infatti, è che l’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, possa omogeneizzare i profili professionali. Uno degli errori più comuni nei CV è l’uso di espressioni troppo vaghe e generiche. È essenziale essere più specifici e spiegare come queste qualità si siano trasformate in risultati concreti nel proprio percorso professionale. Sarebbe molto più efficace condividere un’esperienza in cui hai preso l’iniziativa e ottenuto risultati tangibili.
L’intelligenza artificiale non viene solo utilizzata dai candidati ma anche dalle aziende stesse. D’altronde sempre più aziende utilizzano sistemi automatici per la selezione dei candidati. L’algoritmo utilizzato dai datori di lavoro serve per fare una prima scrematura, assegnando una sorta di punteggio di idoneità. Raccogli i dati e li confronta con quanto richiesto nell’annuncio di lavoro. Ma c’è un problema, secondo uno studio Harvard, l’80% degli stessi datori di lavoro non è favorevole a questo sistema, che continua a scartare anche candidati altamente qualificati. Per arginare questa barriera è bene utilizzare le parole chiave utilizzate nell’annuncio, così da evitare le cestinazione del proprio CV. Un altro consiglio per non essere scartati all’intelligenza artificiale è quello di inviare i propri curricula esclusivamente in informato Word of PDF.
L’utilizzo dell’AI danneggia sia il candidato che le aziende. L’AI ad oggi è uno strumento potentissimo che si deve saper usare e saper arginare, ponendo anche dei limiti.
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