Durante unโattivitร di monitoraggio condotta allโinterno del porto di Catania, il personale dellโArpa Sicilia ha identificato due nuove specie marine per le acque italiane, con una scoperta particolarmente rilevante: per la prima volta รจ stata individuata nelle acque del Mediterraneo una specie di crostaceo isopode, il Dynoides amblysinus Pillai, 1954. Questo crostaceo, noto per il suo habitat che si estende dall’India fino all’Australia, non era mai stato segnalato nelle acque mediterranee fino ad ora.
La biodiversitร delle acque di Catania
Il porto di Catania ha dimostrato di essere un’area ricca di biodiversitร , dove, oltre al Dynoides amblysinus, รจ stato individuato anche un altro organismo marino di rilevanza, il tunicato nero Phallusia nigra Savigny, 1816 (Ascidiacea), che รจ originario dei mari tropicali. Questa specie era giร stata segnalata nel Mar Mediterraneo per la prima volta da Pรฉrรจs nel 1958, nelle acque di Israele, ma la sua presenza nel porto catanese rappresenta un ulteriore ampliamento del suo areale.
Le ricerche condotte in questa zona hanno evidenziato che il Dynoides amblysinus, in particolare, รจ stato trovato nei campioni raccolti da pannelli in PVC, un metodo di monitoraggio comunemente utilizzato per raccogliere organismi marini che si fissano a superfici sommerse. Questo isopode, che fa parte di un gruppo di crostacei che vive principalmente in ambienti tropicali e subtropicali, ha trovato un habitat nel Mediterraneo, un’area che, sebbene ospiti una vasta biodiversitร , non aveva ancora visto la presenza di questa specie.
Le nuove scoperte
Le scoperte sono particolarmente significative in un contesto ecologico piรน ampio, dove le specie marine sono sempre piรน soggette a cambiamenti dovuti a fenomeni come il riscaldamento globale, che altera le condizioni ambientali e favorisce lโespansione di specie tropicali in nuove aree. La presenza di specie non native come Phallusia nigra e Dynoides amblysinus potrebbe indicare un mutamento nei pattern ecologici del Mediterraneo, con implicazioni sulle interazioni tra le specie autoctone e quelle invasive.
Questi monitoraggi, condotti con lโobiettivo di studiare la biodiversitร marina e i possibili impatti ambientali, contribuiscono a una migliore comprensione dei fenomeni di invasione biologica e dellโadattamento delle specie alle nuove condizioni del mare Mediterraneo.