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Sicilia, archeologia subacquea: recupero nave greca V secolo a.C

Sono ufficialmente iniziate le operazioni di recupero del relitto noto come Gela 2, scoperto nel 1995 nei fondali di contrada Bulala, a Gela, nella provincia di Caltanissetta. Questo relitto è un’importante testimonianza storica: si tratta di una nave greca risalente al V secolo a.C., lunga circa 15 metri e larga 5, rinvenuta a una profondità di circa 6 metri.

Il progetto di archeologia subacquea

Il progetto di recupero è stato avviato dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, che ha ottenuto un finanziamento di oltre 900 mila euro dal Fondo Sociale di Coesione. Già a partire dal mese di luglio, sono state avviate le operazioni di scavo archeologico subacqueo per liberare i legni dell’imbarcazione e il carico che essa trasportava, intrappolati nei fondali particolarmente sabbiosi della zona.

Le operazioni di recupero sono affidate alla ditta Atlantis srl, specializzata in lavori subacquei e con sede a Monreale, in provincia di Palermo. Questi lavori si svolgono sotto la direzione scientifica della Soprintendenza del Mare, garantendo un approccio rigoroso e metodologico al recupero dei reperti.

Il cronoprogramma prevede che i lavori di recupero si protrarranno per un periodo stimato di 270 giorni. Inizialmente, il focus sarà sullo smontaggio e il recupero dei legni della nave, una fase fondamentale per garantire la conservazione dei materiali. Successivamente, i reperti saranno trasportati presso i locali di Bosco Littorio, messi a disposizione dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Caltanissetta. Qui avrà inizio il processo di restauro, che permetterà di preservare e valorizzare questo prezioso patrimonio archeologico.

L’iniziativa per il recupero e le parole di Scarpinato

L’iniziativa non solo contribuirà a far luce sulla storia marittima dell’antica Grecia, ma rappresenta anche un’opportunità per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale subacqueo. Il laboratorio di restauro sarà aperto al pubblico, permettendo così ai visitatori di osservare da vicino il lavoro degli esperti e di apprendere di più sulle tecniche di recupero e conservazione dei reperti storici.

L’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato dichiara: “nei prossimi mesi i visitatori che si recheranno al Bosco Littorio potranno assistere alle operazioni di desalinizzazione e restauro dei componenti dell’imbarcazione, così come avvenuto per il Marausa 2. Una volta completate queste attività, si provvederà alla conservazione della nave dentro il ‘Museo della navi di Gela’ all’interno dello stesso Bosco Littorio”.

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