Al G7 Agricoltura e Pesca, in corso a Siracusa, la crisi della filiera vitivinicola siciliana emerge come uno dei temi centrali, in particolare a causa della siccità e della scarsa remunerazione del lavoro agricolo. In occasione del convegno “Sostenibilità e innovazione nella filiera agroalimentare e della pesca”, organizzato da AGCI, Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca, una delle maggiori cantine di vino biologico in Europa, ha lanciato un allarme preoccupante sulla situazione che stanno affrontando i produttori siciliani.
«Ogni periodo storico ha delle parole che lo caratterizzano, oggi sicuramente “sostenibilità” è il termine più di moda. La politica dovrebbe prestare attenzione non solo alla sostenibilità ambientale e sociale, ma anche alla sostenibilità economica – sottolinea Taschetta – urge intervenire con impatto diretto sul reddito degli agricoltori, andando oltre gli incentivi che supportano attività collaterali». Il presidente di Colomba Bianca ha sottolineato come la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) imponga logiche di mercato basate sul prezzo più basso, senza considerare gli effetti devastanti su settori come quello vitivinicolo, cerealicolo e agrumicolo, aggravati dalla crisi idrica.
La situazione, ha spiegato Taschetta, sta portando molti agricoltori a rinunciare alla coltivazione: «Il lavoro svolto in campo è faticoso, la vendita non è abbastanza remunerativa. Tra i soci che perdono forza economica, c’è chi decide di estirpare e ritiene immorale mettere i giovani a rischio, senza un minimo di reddito sicuro». Colomba Bianca, che riunisce 2.480 soci viticoltori e gestisce 6.000 ettari di vigneti, di cui 1.800 biologici, si trova ora a fare i conti con una riduzione drastica delle rese: «Abbiamo ottenuto dal raccolto solo 40 quintali di uve per ogni ettaro, il 50% della consueta media – precisa Taschetta – tanti vigneti a causa della siccità dovranno essere estirpati e non saranno più reimpiantati. Non abbiamo perso solo la produzione, ma in tanti casi anche il nostro patrimonio».
Il problema idrico è aggravato dalla cattiva gestione delle risorse. Taschetta denuncia l’inefficienza della diga Trinità, in provincia di Trapani, che potrebbe contenere 18 milioni di metri cubi d’acqua, ma ne utilizza solo poco più di 2 milioni per l’irrigazione: «L’acqua si spreca e viene riversata a mare. Mentre l’Italia, con il piano Mattei, investe sui Paesi del Nord Africa, in Sicilia perdiamo le nostre vigne».
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