Secondo un'analisi del Ministero dell'Interno, la Sicilia è la quarta regione per casi di atti intimidatori contro giornalisti: i dati.
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Tutti i diritti umani rivestono senza dubbio un ruolo fondamentale per lo sviluppo della civiltà umana. Tuttavia, se si dovesse indicare un diritto con una rilevanza particolare, questo potrebbe essere la libertà di espressione. Infatti, senza di esso, gli stessi diritti umani potrebbero non esistere, allo stesso modo dei mezzi per farli rispettare. A tal proposito, nella vita di ogni giorno, una figura il cui lavoro ruota attorno a questo diritto è certamente quella del giornalista.
Ma quali sono le condizioni in cui lavorano i reporter al giorno d’oggi? Purtroppo, non sono delle migliori, e sono diversi i dati a riguardo, sia per l’Italia che per il resto del mondo. Basti pensare che la Sicilia è la quarta regione italiana per atti intimidatori a giornalisti. Di seguito, i dati raccolti sull’argomento.
Come anticipato, nonostante l’Italia sia un Paese democratico, la situazione non è delle migliori. Infatti, sebbene la condizione del nostro Paese sia di gran lunga migliore rispetto ad altre nazioni, è inaccettabile pensare che ancora oggi si verifichino aggressioni e minacce a giornalisti. Passando ai numeri, secondo un report del Ministero dell’Interno, nei primi nove mesi del 2023 sono stati ben 71 gli atti intimidatori nei confronti di giornalisti. Di questi, 7 sono riconducibili a contesti di criminalità organizzata, mentre il 38% a contesti politico/sociali.
Per quanto riguarda la Sicilia, come anticipato, si tratta della quarta regione italiana per numero di episodi intimidatori registrati nei primi nove mesi del 2023. In particolare, in Sicilia si sono verificati:
A tal proposito, è possibile fare un confronto con lo stesso periodo temporale durante l’anno precedente. Si sottolinea che nel 2022 sono stati censiti ben 84 atti intimidatori a giornalisti in tutta Italia, quindi il 15,5% in più rispetto a quest’anno. Tuttavia, sebbene il trend nazionale veda una diminuzione generale dei casi, per quanto riguarda la Sicilia, la situazione è peggiorata. Infatti, nei primi nove mesi del 2022, non risultarono aggressioni fisiche a giornalisti in Sicilia e i casi di minacce verbali si limitarono a 1, così come i danneggiamenti e le minacce tramite web.
Se la Sicilia si trova al quarto posto in questa classifica dei peggiori, significa che altre tre regioni italiane hanno dato risultati ancor più negativi. In particolare, il podio è occupato da tre regioni distribuite geograficamente al nord, al centro e al sud del Paese. Infatti, al primo posto si trova la Lombardia, con 12 eventi totali, seguita dal Lazio con 9 episodi di atti intimidatori, e dalla Campania, con 8 eventi.
Invece, per quanto riguarda le singole categorie di atti intimidatori, sono di seguito riportate le regioni con il maggior numero di casi:
Ma qual è la situazione nel resto del mondo? Per avere un’idea è possibile servirsi dei dati forniti da Reporters Without Borders, un’organizzazione internazionale no-profit che ogni anno realizza il “Press Freedom Index”, vale a dire l’indice di libertà di stampa. In particolare, sono state individuate cinque fasce di punteggio: tra 100 e 85, alto livello di libertà di stampa, tra 85 e 70 medio-alto, tra 70 e 55 medio, tra 55 e 40 livello medio-basso e infine tra 40 e 0 livello basso.
Secondo i risultati dell’anno 2023, su 180 Paesi analizzati quasi 100 hanno ottenuto un punteggio globale minore di 55. Ciò significa che nella maggior parte dei Paesi del mondo è stato riscontrato un livello medio-basso o basso di libertà di stampa. Nello specifico, le ultime cinque posizioni sono occupate da Turkmenistan, Iran, Vietnam, Cina e Corea del Nord.
Invece, sono 52 i Paesi con un livello di libertà di stampa superiore alla media, con soli 8 di questi che hanno fatto registrare un livello alto. L’Italia, in particolare, si trova al 41esimo posto, nella fascia medio-alta e con 72.05 punti. Infine, il podio è occupato da tre Paesi dell’Europa del Nord, vale a dire la Norvegia (95.18), l’Irlanda (89.91) e infine la Danimarca (89.48).
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