Il Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane del Palazzo centrale dell'Università di Catania ospita in questo momento la mostra "Non come, ma quello. La sorpresa della gratuità". Di seguito i tratti salienti dell'esposizione temporanea.
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Dal 30 ottobre al 6 novembre, nei locali del Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane del Palazzo centrale dell’Università di Catania, è ospitata la mostra itinerante “Non come, ma quello. La sorpresa della gratuità“, presentata per la prima volta al Meeting di Rimini 2022. L’idea è nata dall’incontro di vari artisti con le storie dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza e con quelle, a Catania, dell’Associazione Don Bosco 2000, che da anni accoglie e dona speranza ai migranti.
Di seguito un racconto della mostra e di chi la presenta: gli interessati possono comunque prenotare la visita gratuita scrivendo a questo indirizzo email: accoglienzact@gmail.com.
La mostra ha origine dalla riflessione sul bene che nasce dall’ospitalità e dall’accoglienza dell’altro; in particolare, lo spunto è preso dall’operato dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza, in occasione dei suoi 40 anni. Si sottolinea, inoltre, l’importanza della convenzione firmata tra l’Associazione e il Comune di Catania per il sostegno, la promozione e la sensibilizzazione dell’affido familiare ed educativo sul territorio.
“L’associazione Famiglie per l’accoglienza – raccontano le guide – è costituita in tutta Italia da una rete di famiglie che si accompagnano nell’esperienza di adozione, affido, case-famiglia, accoglienza di disabili o ammalati, nella cura dei genitori anziani e nell’accoglienza temporanea di stranieri e di chi ha bisogno, e la propongono come un bene per la persona e per la società intera“.
La mostra girerà: è stata a Ragusa, adesso è qui a Catania, poi andrà a Messina, a Patti, poi a Siracusa e poi ritornerà al meeting. Particolare è l’aggiunta catanese all’esposizione: con la conoscenza dell’Associazione Don Bosco 2000, anch’essa operante nel settore dell’accoglienza, è nata una collaborazione. Durante la visita alla mostra da parte del rettore Francesco Priolo, infatti, è stato proprio Aly Traore a guidarlo, arrivato in Italia nel 2014, accolto dall’Associazione Don Bosco e oggi manager dell’Ostello Don Bosco alla Playa.
La mostra attraversa un percorso realizzato con il contribuito di diversi artisti, tra cui pittori, scultori, fotografi, poeti e musicisti, che si sono coinvolti personalmente nel rapporto con alcune famiglie che vivono l’esperienza di accoglienza. Ognuno con il proprio linguaggio artistico ha dunque voluto esprimere a proprio modo il risultato di questo percorso.
Si parte, innanzitutto, con il tema della “ferita“: qualcosa che ognuno ha, ma che guida verso una grande scoperta. Da questa, infatti può entrare la luce, “a patto che non ci ripieghiamo su noi stessi: questo è il passaggio che ci hanno fatto fare questi autori“, spiega Catia Petta, docente universitaria nonché guida della mostra. Come racconta l’autore italiano e Premio Strega Daniele Mencarelli nella sua testimonianza, il passaggio che permette di trasformare in oro la ferita è l’apertura all’imprevisto, alla ricerca, all’accoglienza, che salva sia i figli accolti, sia chi li accoglie.
L’opera centrale dell’esposizione è infatti un’istallazione di lastre colorate di Matteo Negri, che rappresenta tagli e luce, la quale “regala una prospettiva diversa di superamento e sublimazione“, come dice lui stesso. Le ferite, dunque, non si cancellano: chi accoglie, però, inizia un percorso in cui accompagna l’altro (e si fa accompagnare a sua volta), per superarle.
Nelle varie sale che ospitano la mostra, dunque, è possibile ammirare foto e video di opere di artisti che rappresentano, ognuno secondo un diverso linguaggio creativo, il tema dell’accoglienza o particolari storie vissute in prima persona e non. Toccante la fotografia scattata da Marina Lorusso raffigurante un bambino accolto da una famiglia, Andrei, abbracciato da dietro dalla madre e osservato teneramente dal padre.
Poi, due scatti di Giovanna del Bufalo: in una appare proprio Aly Traore, originario del Mali, che consola una bimba ucraina appena arrivata in Italia in quanto fuggita dalla guerra.
Alla fine della mostra, dei volantini ricordano i prossimi appuntamenti per chi desidera contribuire e sperimentare attivamente quanto visto: martedì 28 novembre, alle ore 19:00, presso il Seminario Arcivescovile Diocesano si terrà un incontro sull’affido educativo in cui interverrà anche il Prof. Giuseppe Vecchio, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Sicilia. Si tratta di una proposta anche per gli studenti, per le persone e per le famiglie dell’Università di Catania, che affiancandosi alle famiglie più fragili possono offrire a bambini e ragazzi opportunità educative e culturali in rete con i Servizi Sociali e con l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza.
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