Metropolitana Catania: dove sono finiti i treni nuovi? Questa la domanda posta dai consiglieri M5s e dai passeggeri.
I viaggiatori abituali della metropolitana di Catania, e non solo, si saranno accorti, in questi giorni, dell’assenza dei treni nuovi prodotti da Firema. Al momento, infatti, pare che siano in servizio solo i vecchi vagoni. Ma che fine hanno fatto i nuovi mezzi battezzati Agata, Lucia, Barbara, Carmela e Maria? E come se non bastasse, le corse sono, a volte, irregolari e inaffidabili e le scale mobili fuori servizio.
Dal consiglio comunale, si chiedono spiegazioni. E a fare da portavoce sono i consiglieri del Movimento 5 stelle Gianina Ciancio e Graziano Bonaccorsi: “Con l’anno scolastico appena partito e la ripresa delle normali attività dopo la pausa estiva, in Fce sembra si facciano passi indietro anziché avanti. Dei treni nuovi non si hanno notizie da più di un mese, le corse sono spesso irregolari e inaffidabili, a volte addirittura soppresse, le scale mobili funzionano a macchia di leopardo”, questa la nota dei 2 consiglieri.
Ciancio e Bonaccorsi chiedono, dunque, spiegazioni direttamente ai vertici di FCE, in particolare al direttore Salvatore Fiore: “I catanesi non sono cittadini di serie B — dice Gianina Ciancio— meritano un servizio degno di tale nome e non contentini. Ci sono tante cose che vorremmo chiedere all’azienda. Per questo una delle prime cose che chiederemo in commissione trasporti sarà la convocazione del Direttore di Fce Salvatore Fiore, perché giustifichi i disservizi di questi giorni e quelli ai quali ormai siamo tristemente abituati”.
Bonaccorsi sottolinea, invece, delle promesse non mantenute da FCE: “Lo scorso anno in terza commissione l’ingegnere Fiore aveva garantito che il servizio, in generale, sarebbe migliorato. Purtroppo così non è stato, a parte una parziale estensione dell’orario di esercizio, ma senza aumento delle frequenze. Quella dell’intensificazione delle frequenze, infatti, era un impegno preso al fine di avere il finanziamento ministeriale di 5,2 milioni annui, poi ottenuto dall’azienda. Adesso — conclude — i soldi ci sono ma il servizio fa ancora acqua da tutte le parti”.
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