La Sicilia risulta essere la terza regione italiana per il gioco d'azzardo online: sotto i riflettori i giovani, sempre più esposti al tema.
La Sicilia è la terza regione in Italia per il gioco d’azzardo on line: questo è il risultato della presentazione a Palermo del progetto nazionale “La trappola dell’azzardo”, organizzato dall’associazione Avviso Pubblico e Bper Banca con un incontro che ha fatto tappa a Palermo dopo Roma, Torino, Genova e Napoli.
A precedere la Sicilia, il cui dato è pari a 7 miliardi e 637 milioni per l’anno 2021, sono solo Campania e Lombardia, mentre l’Isola è al sesto posto per la raccolta pro-capite del gioco fisico d’azzardo legale, con 825,52 euro a testa. Si sottolinea come siano a rischio anche i giovani: infatti, il progetto ha fatto tappa anche nelle scuole, perché il target di riferimento sono i giovani di età compresa tra 14 e 19 anni, più esposti al gioco on line e più a rischio ludopatia.
È interessante notare che il dato che assegna il podio del terzo posto alla Sicilia è tratto dalla relazione finale sul controllo criminale sulle attività connesse al gioco della scorsa Commissione parlamentare nazionale antimafia, mentre quello relativo alla raccolta pro-capite del gioco fisico emerge dall’ultima rilevazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, denominata “Libro blu”, dove per “raccolta” si intende l’ammontare delle puntate effettuate dai giocatori. Infatti, si tratta di un settore che fa gola anche ai clan, considerando quanto è emerso dall’ultima relazione della Dia, e che con la sola operazione “Game over”, coordinata dalla Dna, ha portato al sequestro da parte delle procure di Reggio Calabria, Catania e Bari a valori per un miliardo di euro.
“Sul tema dell’azzardo rischia di esserci un’accettazione sociale – ha detto il presidente della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici – perché manca la percezione della pericolosità del fenomeno. A differenza del traffico di droga, che ha un effetto materiale e drammatico sulla vita delle persone, il gioco, essendo un’attività volontaria che esercita una forte attrattiva e fascinazione, illudendo le persone su un possibile cambio di stile di vita, non viene percepito come un rischio. Il problema è alzare il tiro per dimostrare che le organizzazioni criminali si avvantaggiano delle scommesse e del gioco d’azzardo per il riciclaggio e le attività illecite”.
I dati disponibili in merito sono pochi perché, oltre all’offerta del gioco legale sotto la vigilanza dello Stato, c’è un giro di introiti riciclato dalle organizzazioni criminali difficilmente rilevabile. Secondo le stime dell’organizzazione Transcrime che ha analizzato anche i dati di altri Paesi, nel 2011 gli introiti in Italia sono stati tra i 326 e i 533 milioni di euro, con quasi il 20% concentrato in Sicilia. Si consideri anche che i risalgono al periodo pre pandemico: il Covid 19, infatti, ha accelerato una tendenza in atto, cioè il progressivo aumento del gioco d’azzardo on line. Così se nel 2019, secondo i dati del “Libro blu”, il 67% della raccolta si concentrava sulla rete fisica, nel 2021 la percentuale è crollata a poco meno del 40% mentre la raccolta on line nel 2021 ha toccato quota 67,17 miliardi di euro, con un aumento del 36% rispetto al 2020.
“Il gioco d’azzardo in Italia non è soltanto un importante comparto economico ma, come dimostrano diverse inchieste giudiziarie svolte anche in Sicilia, costituisce un settore utilizzato dalle mafie per riciclare denaro di provenienza illecita e un problema di salute pubblica – ha dichiarato Pierpaolo Romani –. Ringraziamo Bper Banca per averci dato la possibilità di realizzare questo progetto e di poter fare una tappa nella città di Palermo. Conoscere approfonditamente l’aspetto patologico e criminale del gioco d’azzardo è la prima forma di prevenzione che si può attuare per garantire la salute e la sicurezza dei cittadini e delle cittadine, a partire dai giovani”.
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