La maggior parte delle donne in Italia continua a morire per il semplice fatto di essere donne. Infatti, i femminicidi non accennano a diminuire e nell'ultimo anno sono stati registrati dati allarmanti. In occasione della giornata della violenza sulle donne ricordiamo le donne vittime di femminicidio e di disuguaglianza di genere invitandole a denunciare e a dire basta.
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In Italia, ogni 3 giorni, una donna è stata uccisa. Il 25 novembre è la giornata mondiale della violenza sulle donne per ricordare le vittime di abusi, violenza fisica e verbale e femminicidi. In tale giornata si ricordano le donne che hanno subito e subiscono violenze e si “celebra” per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere.
Secondo il rapporto dell’OMS – Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne: diffusione e conseguenze sulla salute degli abusi sessuali da parte di un partner intimo o da sconosciuti – La violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”.
La data del 25 novembre non è casuale ma vuole ricordare un brutale assassinio avvenuto nella Repubblica Dominicana, dove le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.
La violenza contro donne rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, a ancora oggi spesso non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano.
Nella maggior parte dei casi, una donna che denuncia è già stata vittima di abusi precedentemente ed ha finalmente il coraggio di ammettere che quell’uomo sta sbagliando e che dunque quella sbagliata non è lei.
Esistono molte violenze: violenze sessuali, verbali, psicologiche, domestiche, violenze di strada, a lavoro e tante altre tipi e forme di violenza da sempre sono ampiamente conosciute. Molte di queste violenze sfociane, il più delle volte, in femminicidi. Secondo i dati del Viminale, nell’ultimo anno sono stati 125 gli omicidi di donne in Italia, 68 dei quali da parte del compagno o dell’ex. L’anno scorso nei primi 10 mesi ci sono stati 90 omicidi di donne, 77 in ambito familiare. E ogni volta ci si interroga: cosa non ha funzionato? A che punto siamo nel contrasto alla violenza di genere? Domande fondamentali a cui non è possibile sottrarsi, anche in vista delle sfide che il nuovo governo dovrà affrontare.
La Sicilia è una regione che registra un alto numero di femminicidi ogni anno. Valentina Giunta, una donna uccisa dal figlio a coltellato dentro la sua abitazione lo scorso 25 luglio 2022 o Catena Debora Pagano morta a Macchia di Giarre il 10 luglio 2022, uccisa dal marito con precedenti penali.
I nomi delle vittime sono tanti, ricordiamo ancora: Elena del Pozzo, bimba uccisa dalla madre lo scorso giugno, Brunilda Halla, Antonia Volpe, Naima Zahir, Alexandra Ballacchino, Alessia Tardino.
Inoltre, secondo l’ultimo Report ISTAT sono 143 le chiamate al numero anti-violenza 1522 in Sicilia nel primo trimestre del 2022, da parte di donne che si sono sentite in pericolo o che sono state maltrattate.
Molte donne non denunciano poiché hanno paura e ciò causa solamente un aggravamento della situazione in quanto quest’ultime continuano a subire violenze. Tuttavia, non bisogna avere paura di denunciare e le donne lo sanno ma il più delle volte sono manipolate e pensano che ad essere sbagliate siano loro e ciò non le fa sentire al sicuro denunciando o rivolgendosi ai centri antiviolenza.
Quest’ultimi giocano un ruolo fondamentale per le donne vittime di violenza poiché sono formati da specialisti psicologi che aiutano e indirizzano le donne verso la strada giusta facendole uscire dall’incubo della violenza.
Inoltre, il nostro sistema sanitario mette a disposizione di tutte le donne, italiane e straniere, una rete di servizi sul territorio, ospedalieri e ambulatoriali, socio-sanitari e socio-assistenziali, anche attraverso strutture facenti capo al settore materno-infantile, come ad esempio il consultorio familiare, al fine di assicurare un modello integrato di intervento.
Uno dei luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare la vittima è il Pronto Soccorso poiché la donna inconsapevolmente si reca lì incosciente del fatto che le vengano fatte delle domande sui segni e i motivi per il quale si trova al PS.
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