UNICT – Aule sovraffollate e calendari in ritardo: la situazione in alcuni Dipartimenti

Anche il nuovo Anno Accademico riserva problematiche rilevanti a diversi studenti dell'Università di Catania: tre di questi hanno raccontato ai microfoni di LiveUnict i disagi riscontrati. Proposte anche possibili soluzioni e pareri su temi come la Didattica a Distanza e il Regolamento Didattico.

All’Università degli Studi di Catania il nuovo Anno Accademico è iniziato da appena qualche settimana ma sono già emerse polemiche e problematiche. Dal testo del nuovo regolamento proposto dalla Commissione Didattica ai notevoli ritardi legati alla pubblicazione dei calendari degli appelli: i punti su cui gli studenti dell’ateneo catanese potrebbero esprimersi sono numerosi. Alcuni di questi hanno espresso la propria opinione in merito ai microfoni di LiveUnict.

Modifiche Regolamento Didattico proposte: il parere degli studenti

A fine ottobre gli studenti dell’Università di Catania avevano protestato contro le modifiche del nuovo Regolamento Didattico avanzate e poste in votazione dalla Commissione didattica d’Ateneo: tra questi la riduzione degli appelli  e il cosiddetto “salto dell’appello”.

Dopo le agitazioni della comunità studentesca, il Rettore Francesco Priolo ha incontrato i rappresentanti degli studenti in Senato accademico e Consiglio d’Amministrazione e scritto una lettera aperta in cui indicava, tra il resto, la volontà di proporre “agli Organi collegiali di governo dell’Ateneo che il nuovo Regolamento Didattico mantenga il numero degli appelli previsto fino ad oggi”, oltre che di cancellare “l’articolo che prevede la possibilità per i Dipartimenti di introdurre il ‘salto di appello’ in caso di bocciatura”.

Mentre il Rettore si mostra propenso ad accogliere le richieste degli studenti, alcuni chiariscono il perché negli scorsi giorni abbiano voluto scendere in piazza per protestare.

Per esempio Christian, studente al terzo anno di Giurisprudenza, ritiene che le proposte in oggetto, non sono possibili in un Ateneo come il nostro, che ha un grosso numero di studenti fuori corso”.

“Inoltre – continua lo studente –, l’università è un periodo di passaggio, che dovrebbe servire per formare gli studenti per renderli cittadini più consapevoli e più completi dal punto di vista dell’istruzione. L’università non deve trattare gli studenti come se fossero un bancomat da cui prelevare denaro”.

Sulla questione si è esposta anche Serena, studentessa di Scienze e lingue per la comunicazione, che ha sottolineato che “non è stato ascoltato il parere ed il pensiero degli studenti”. “Se questi ultimi – dichiara Serena – non sono in qualche modo partecipi o ben rappresentati si rischia di creare ulteriore danno alla comunità universitaria“.

Aggiunge un commento anche Josephine, una studentessa del Corso di Scienze e tecniche psicologiche.

“Credo – ritiene la giovane – che l’università può e deve migliorare la nuova bozza del regolamento ascoltando gli studenti, solo con i loro sostegno e con l’unione è possibile cambiare le cose”.

Sovraffollamento aule: la situazione nei diversi Dipartimenti

Mentre si placano le polemiche sul regolamento didattico, permangono le lamentele su un altro problema, non meno importante: il sovraffollamento delle aule che, in alcuni dipartimenti, costituisce un grave disagio per gli studenti. È il caso di quello di Scienze Umanistiche: a parlarne è Serena.

“Il sovraffollamento delle aule per tutti gli studenti del mio dipartimento – ha dichiarato – rappresenta un grosso problema, talvolta è necessario presentarsi in aula molto tempo prima, altrimenti si rischia di non trovare posto“.

Si tratta, tuttavia, di un problema non riscontrato in altri Dipartimenti, per esempio quello di Giurisprudenza.

“Non è un problema nel mio dipartimento – ha dichiarato Christian  –. A differenza di altri dipartimenti, i corsi sono suddivisi in modo equo, e di conseguenza non si riscontra il problema del sovraffollamento. Anzi durante varie lezioni, le aule restano, per metà della capienza, vuote. Il problema penso sia risolvibile suddividendo i corsi con turni di lezioni differenziati, come avviene già al dipartimento di Giurisprudenza”.

Anche Josephine, fatta eccezione per i primi tempi, non ha notato ostacoli. Questo perché “nonostante le aule siano più piccole rispetto al numero di studenti, il problema è stato risolto utilizzando la piattaforma Teams e proiettando la medesima lezione in un’altra aula, così da permettere a tutti di seguire la lezione”.

Studenti ancora a favore della DaD

Gli studenti dell’Università di Catania, come quelli di tutta Italia, a causa dello scoppio della pandemia hanno sperimentato per disparati mesi la DaD, ovvero la Didattica a Distanza. Uno strumento, questo, che negli scorsi mesi ha finito per dividere e di cui ora quasi nessuno usufruisce.

Secondo Christian invece “la DaD è uno strumento utile non solo per la didattica ma anche per colmare alcune lacune presenti nella nostra città, come il trasporto pubblico”.

“Molti studenti – continua – attraverso la DaD non dovrebbero spostarsi da casa soprattutto i pendolari, e questa rappresenta una grossa comodità”.

Per tale ragione, secondo l’intervistato, la DaD deve essere un servizio sempre disponibile in modo da rendere sempre accessibile il diritto allo studio a tutti i soggetti iscritti, soprattutto ai fuori sede e studenti lavoratori”.

“Inoltre – continua – , sarebbe utile che i docenti registrassero le lezioni, come avveniva durante la Didattica a Distanza”.

Serena, invece, non nasconde i difetti della DaD, ma senza dimenticare di sottolineare che questa risulta parecchio utile soprattutto per i pendolari.

“Non tutti loro possono permettersi di pagare un affitto mensile – ammette –. La DaD quindi è un supporto anche per loro, non per agevolare solo alcune categorie di studenti. Questo servizio, dunque, deve essere erogato come negli scorsi anni“.

All’Università di Catania la DaD è ormai quasi completamente un ricordo ma i due studenti desidererebbero un’inversione di rotta. Anche Josephine sottolinea come la DaD sia “uno strumento utile e comodo per tutti gli studenti, soprattutto per chi ha esigenze particolari” e chiede che continui ad essere erogata attraverso la compilazione di una domanda apposita e concessa a chi presenta i requisiti richiesti.

Ritardo appelli? “Bisogna trovare una soluzione”

I ritardi nella pubblicazione del calendario d’esami riguardano, infine, tantissimi studenti dell’ateneo catanese. Questi, molto spesso, si ritrovano anche a dover affrontare più di un esame lo stesso giorno: su questo punto si è esposto Christian.

“Questo problema – dichiara lo studente – è presente anche al Dipartimento di Giurisprudenza: ci sono tutt’ora alcuni docenti che pubblicano con poco anticipo le date degli appelli. Ciò si traduce in una non proficua preparazione dell’esame, dato che lo studente magari si ritrova ad avere un esame a pochi giorni dalla data di pubblicazione del calendario completo.

Ma il problema, secondo l’intervistato, sarebbe risolvibile. Come?

Pubblicando già a inizio anno accademico le date di tutte le sessioni – risponde –, magari basandosi sulle date degli appelli dell’anno accademico precedente”.

Anche presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche la situazione non è delle migliori. “I ritardi della pubblicazione del calendario d’esami – afferma Serena – non stupiscono più né me e nemmeno i miei colleghi. Le date andrebbero pubblicate molto prima per garantire una corretta preparazione all’esame. Quando parlo con altri colleghi di altri Dipartimenti, rimangono meravigliati di questi ritardi“.

Anche in questo caso, però, i giudizi variano da Dipartimento a Dipartimento.

“Fortunatamente – dichiara Josephine, studentessa del Corso di Scienze e tecniche psicologiche – non ho mai avuto a che fare con questo problema, ma credo che dove ci sono dei problemi di questo tipo bisognerebbe intervenire”.

Paolo Salemi

Nato a Catania nel 2001, diplomato all'Istituto Tecnico Industriale Archimede. Studio scienze e lingue per la comunicazione, il mio più grande sogno è diventare giornalista, sono appassionato di sport e di scrittura. Faccio parte della redazione da maggio 2021, curo la rubrica ambiente e legalità.

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