Arrestato sacerdote della diocesi di Piazza Armerina, in provincia di Enna, per aver ceduto droga ai detenuti dell'istituto penitenziario ennese, durante le visite spirituali: le indagini.
Una vicenda surreale quella accaduta presso l’Istituto penitenziario ennese, dove un cappellano, solito ad accedervi per occuparsi spiritualmente dei detenuti, cedeva la droga a uno dei reclusi.
La Polizia penitenziaria di Enna, grazie alla collaborazione del Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, ha così arrestato il cappellano del carcere. Si tratta del cappellano Rosario Buccheri, appartenente alla diocesi di Piazza Armerina, in provincia di Enna, è stato colto in flagrante nell’atto di passare la droga a un detenuto nell’Istituto penitenziario.
Già negli scorsi mesi la Polizia penitenziaria aveva avviato le indagini in seguito al ritrovamento di droga fra i detenuti. In seguito alla perquisizione effettuata presso l’abitazione del cappellano sono state trovate armi e denaro in contanti.
Nel corso di una perquisizione, che la penitenziaria ha effettuato a casa del sacerdote, sono state trovate armi e denaro in contanti. Negli scorsi mesi la polizia penitenziaria di Enna aveva avviato un’indagine dopo avere trovato droga durante i controlli ai detenuti. Sono ancora in corso indagini.
Un episodio che sicuramente ha del grottesco quello capitato a Enna, ma che nel quadro d’insieme delle carceri siciliane oggi rappresenta uno dei tanti punti da tenere sott’occhio. Per gli istituti penitenziali dell’isola è un momento difficile, visti i suicidi, le aggressioni e le violenze quotidiane.
A spiegarlo è proprio segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Donato Capece, che, in visita al”Carcere dell’Ucciardone” di Palermo, dopo aver assistito in prima persona a un episodio di violenza al refettorio della struttura, si è così espresso in merito all’attuale situazione degradante: “Da molto, troppo tempo, arrivano segnali preoccupanti dall’universitario penitenziario minorile. Abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minorenni d’Italia e di Palermo in particolare. È da sottolineare, infatti, che nell’ultimo periodo diversi detenuti dell’IPM di Palermo provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza verso i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia”, se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori”.
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