Ottobre è arrivato: ricominciano le lezioni e la vita universitaria, ma anche il dramma vissuto da tutti quegli studenti che, per necessità o per passione, sono costretti a lasciare la propria casa per affittarne una più vicina all'Ateneo da loro scelto.
Il tempo dei test d’ammissione si è ufficialmente concluso: inizia ottobre e con esso, in questi giorni, le lezioni negli Atenei presenti in tutta Italia. Un momento di grande emozione per le matricole, di grande sprint e rinnovato impegno per gli studenti che non lo sono; tuttavia, per una grossa fetta di universitari, l’inizio delle lezioni equivale a un rinnovato stato d’emergenza ormai noto da anni: quello legato agli affitti per gli studenti fuorisede.
Sono moltissimi, infatti, quegli universitari che scelgono di frequentare un Ateneo decentrato: alcuni lo fanno per emergenza (non ogni Provincia, infatti, possiede la propria università), altri per andare alla ricerca di un corso di studi non presente nella propria regione. A prescindere dai motivi, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre inizia l’esodo degli studenti universitari: con esso, parte la ricerca per una casa, o anche solo una stanza; un luogo in cui poter stare e studiare nel periodo di permanenza nella nuova città, anche in compagnia di altri studenti.
I più fortunati, trovano subito la propria sistemazione: alcuni la mantengono per tutto il tempo necessario per ottenere l’ambitissimo diploma. Ma altri, trovano più difficoltà: approfittando di questa situazione, i proprietari delle case in affitto spesso alzano i prezzi così tanto da non consentire a un singolo studente (o più di uno) di poter pagare tutta l’ingente somma richiesta. Tra le “capitali” di questa situazione ormai fuori controllo, figura senza dubbio Bologna, una di quelle città universitarie per eccellenza.
Sbucano così, proprio nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, gli annunci più impensabili: l’ultimo arrivato, reperito da Zic – Zeroincondotta, riporta la ricerca di un coinquilino (sottolineando come si cerchino solo studenti) che paghi l’ingente somma di 350€ (spese condominiali comprese) non per una stanza singola, ma per un divano piazzato in un “ampio salotto” di un appartamento situato in via Broccaindosso.
Ma questa è solo la “ciliegina” di una situazione che ormai rasenta quasi la follia: è solo di pochi giorni fa l’annuncio di un monolocale in affitto nella centralissima zona di Malpighi, per il quale (senza spese condominiali) si richiedono ben 560€ e ben 6 mensilità in anticipo, a patto che colui o colei che prende l’appartamento in affitto non abbia meno di 26 anni e, soprattutto, non sia più alto di 1.60m.
Ancora, sempre a Bologna, nella zona della Cirenaica, una truffa si è consumata ai danni di tre studentesse polacche, che avevano scelto l’Italia come meta dei propri studi universitari: come racconta Zic – Zeroincondotta, le tre ragazze, dopo aver preso accordi online con il proprietario di un appartamento per il quale hanno versato ben 4.000€ di anticipo, una volta arrivate a Bologna si sono trovate di fronte a una porta chiusa di un appartamento inesistente. Le tre giovani, fortunatamente, sono state ospitate temporaneamente dai condomini del palazzo dove avrebbero dovuto abitare, in attesa di una nuova sistemazione e di riscontri da parte delle autorità contattate.
La situazione nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, comunque, è lo specchio di quello che ormai è divenuto un vero e proprio dramma per gli studenti fuorisede italiani: lasciare la propria città d’origine per bisogno o per la volontà di seguire le proprie passioni è divenuto, in questi termini, sempre più impossibile; cresce così il malcontento tra i giovani, così come, di anno in anno, il rischio sempre più presente di un abbandono della via universitaria da intraprendere in uno degli Atenei italiani.
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