La Reale Casina Cinese, conosciuta dai più come Palazzina Cinese, è uno dei più suggestivi e particolari edifici siciliani; un pezzo di Oriente sito nella città di Palermo. Cosa ci fa una palazzina così orientaleggiante in Sicilia? Ecco il motivo della sua costruzione.
Palazzina Cinese: la storia
La Reale Casina Cinese altro non è che un’antica dimora reale dei Borbone delle Due Sicilie, sita ai confini del Parco della Favorita e della Riserva di Monte Pellegrino a Palermo.
Dato il nome, molti credono, erroneamente, che si chiami così in quanto costruita dai cinesi. In realtà, però, a realizzare la Palazzina fu Giuseppe Venanzio Marvuglia, architetto italiano. Fu Ferdinando III di Sicilia stesso, dopo aver acquistato una casa dal barone Benedetto Lombardo insieme ad alcuni altri terreni, che commissionò l’opera.
Adesso, però, l’entrata è gratuita: un luogo “esotico” da non farsi mancare se si è in gita nel capoluogo siciliano. L’unica pecca è che, come comunicato sul sito del FAI, l’edificio non è accessibile ai disabili a nessun livello.
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Gli interni
Ad essere cinese è solo lo stile: il corpo centrale del palazzo termina in alto con un tetto a pagoda ed è sorretto da un tamburo ottagonale. Inoltre, l’edificio nasconde una buffa curiosità: essendo solo la risposta al “capriccio” di un re italiano che voleva appunto una palazzina in stile orientale, le scritte in cinese non hanno senso; è possibile anche vedere la lettera “A” tra un simbolo e l’altro.
Gli appartamenti sono distribuiti su tre piani: al primo piano vi sono una sala da ballo e la saletta delle udienze, decorate da Giuseppe Velasquez. Sono presenti, inoltre, il salone dei ricevimenti con pannelli in stoffa, la camera da letto del re e la sala da pranzo.
Al secondo piano, invece, c’è l’appartamento della Regina Maria Carolina, con due salette di ricevimento e la camera da letto, con lo spogliatoio. Infine, all’ultimo livello c’è la terrazza ottagonale.
La tavola matematica
All’interno della sala da pranzo si trova un oggetto molto particolare: la “tavola matematica” del Marvuglia. Con la matematica, però, ha poco a che fare: si tratta sì di un ingegnoso sistema, ma il suo compito era semplicemente quello di fare arrivare ai nobili il cibo dai sotterranei, in modo tale da evitare di incontrare la servitù. La tavola ha quattro fori circolari per consentire alle portate di arrivare, essere consumate e scendere poi di nuovo.
Questo sistema prende ispirazione dalla tavola voluta da Luigi XV per il Petit Trianon, nei giardini della Reggia di Versailles: il tavolo si trova al centro di una piccola sala da pranzo, ulteriore testimonianza della volontà di condividere i pasti solo con pochi eletti.