Smart working: 1 settembre segna un cambio di rotta. Ecco le novità in arrivo in merito al lavoro agile.
Rientro dalle fiere ricco in novità per i lavoratori in smart working, in quanto si torna alle disposizioni pre pandemia.
Di fatti, da settembre, si torna a quanto in atto nel periodo precedente al biennio pandemico. Il decreto che regolarizza questo periodo di ritorno alla normalità, il Decreto Aiuti bis, non predispone alcuna proroga del lavoro a distanza. L’unica differenza consiste la semplificazione delle modalità di comunicazione di tali accordi da parte dell’azienda. Quest’ultima dovrà comunicare nominativi, data di inizio e fine del periodo di lavoro agile ma non riferire degli accordi stipulati.
Per chi rientra dalle ferie nel mese di agosto scattano novità in quanto, dal 31 luglio, viene a mancare la tutela della precedente legge. Prima di oggi, era più semplice avviare rapporti di smart working senza accordi individuali. Da settembre, invece, tornano in vigore le disposizioni previste dagli artt. 19 e 21 della Legge n. 81/2017 e dai contratti collettivi. Anche la durata dell’accordo, che può essere a termine o a tempo indeterminato, l’alternanza tra i periodi di lavoro all’interno e all’esterno dei locali aziendali, i luoghi esclusi per lo svolgimento della prestazione lavorativa esterna ai locali aziendali devono essere definiti.
Tutte le indicazioni devono rispettare lo Statuto dei Lavoratori che dalla normativa sulla privacy e, secondo l’articolo 41.bis, le aziende non dovranno comunicare l’accordo individuale al Ministero del Lavoro (fermo restando l’obbligo di stipula).
Tuttavia, come già anticipato, occorrerà inoltrare i dati su nominativi di lavorati e inizio e fine del lavoro agile: dettagli recepiti anche dall’Inail. In caso di mancata comunicazione, l’azienda rischia una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore interessato.
Dal 15 ottobre 2022, invece, la modalità ordinaria di svolgimento delle attività lavorative nelle amministrazioni pubbliche è quella svolta in presenza, anche se alcuni Ministeri starebbero procedendo ad accordi con due giorni a settimana di lavoro agile.
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