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Catania, infermiere uccide due pazienti: forse vendetta per trasferimento

La vendetta sarebbe il movente che ha spinto un infermiere dell'ospedale Cannizzaro di Catania ad uccidere due pazienti, somministrando loro farmaci controindicati.

Emergono delle novità sul caso riguardante l’infermiere dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, Vincenzo Villani Conti, arrestato pochi giorni fa con l’accusa di duplice omicidio premeditato di due donne, ricoverate al reparto di Medicina e Chirurgia. Villani Conti avrebbe somministrato alle due pazienti, scelte casualmente, massicce dosi di midazolam e diazepam, due farmaci assolutamente controindicati rispetto alle patologie di cui soffrivano.

Secondo le indagini, l’infermiere sarebbe stato spinto da un sentimento di vendetta nei confronti di alcuni superiori che l’hanno trasferito di reparto, provocando un distacco emotivo nei confronti dei pazienti, questo è quanto trapelato dalle denunce di due psicologi che avevano in cura l’uomo. Svelato, dunque, il movente che avrebbe fatto scattare questa azione vendicatrice da parte di Villani Conti.

L’infermiere avrebbe programmato il duplice omicidio in tutte le sue fasi, dai farmaci presi senza prescrizione medica all’inoculazione non indicata nelle cartelle cliniche delle due pazienti. Inoltre, la farmacia dell’ospedale non possiede un sistema di tracciabilità dei farmaci, facilitando, così, la sottrazione dei due medicinali. Tutto ciò sarebbe avvenuto durante il turno di notte di Villani Conti.

Tramite una nota, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania ha già annunciato la sospensione dell’infermiere e l’avvio dei procedimenti disciplinari previsti.

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“Acquisita la notizia della misura cautelare disposta dal giudice, con delibera del direttore generale il dipendente è stato immediatamente sospeso dal servizio ed è stato altresì avviato il procedimento disciplinare previsto dalla normativa. Con riferimento ai gravi reati contestati all’infermiere — continua la nota — l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro ha fattivamente collaborato sin dall’inizio con l’autorità giudiziaria, trasmettendo tempestivamente la documentazione sanitaria e ogni altro elemento richiesto dagli organi inquirenti. L’Azienda Ospedaliera resta a disposizione dell’autorità giudiziaria per ogni altra informazione utile all’accertamento dei fatti. Al personale infermieristico, medico e sanitario nel suo complesso, l’Azienda rinnova la sua riconoscenza per l’operato quotidianamente svolto nell’assistenza al malato”.

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