Il Censis, l'istituto di ricerca socio-economica, ha reso noto la classifica annuale degli atenei d'Italia. Catania si posiziona al penultimo posto tra i grandi atenei, scendendo di un posto.
Pubblicata la nuova classifica Censis 2022/2023 delle Università italiane, appuntamento annuale che supporta l’orientamento dei futuri studenti universitari nella loro scelta tra atenei e corsi di laurea.
La classifica si basa sull’analisi minuziosa del sistema universitario italiano sulla conseguente valutazione degli atenei statali e non statali, con particolare riferimento:
Alla classifica si aggiunge anche il ranking dei gruppi dei corsi di laurea triennali, corsi di laurea magistrali e corsi di laurea a ciclo unico. In totale sono 69 le graduatorie all’interno delle quali vengono considerate 924 variabili diverse che indirizzano le famiglie e i futuri studenti alla scelta consapevole del percorso di studi universitari.
Le immatricolazioni sono scese con una riduzione del 2,8%, quindi meno 9.400 studenti e la decisione di non iscriversi è dovuta principalmente alle iniquità strutturali che molti studenti si trovano ad affrontare, influenzando molto il loro accesso ad un percorso universitario.
Rispetto agli uomini (-3,2%), sono le donne (-2,6%) a decidere di continuare un percorso di studi universitario dopo gli anni scolastici. E tra gli atenei italiani quelli che hanno registrato una variazione negativa maggiore sono quelli del Sud con -5,1% (-4.900 studenti). A seguire abbiamo gli atenei del Centro Italia con il -2,9% e quelli del Nord-Ovest con -2,3% e Nord-Est -0,1%.
Le aree disciplinari dei corsi di laurea triennali e magistrali a ciclo unico che hanno registrato un negativo calo di iscrizioni sono quelli dell’area artistica, letteraria ed educazione con un valore pari a -7,5%, con un’assenza dell’oltre 51% del totale di nuovi studenti. A seguire ci sono i corsi dell’area economica, giuridica e sociale con il -1,7% di immatricolazioni.
La tendenza meno negativa è stata invece registrata dall’area disciplinare Stem (Science, technology, engineering and mathematics) con -0,9%. Ad oggi questa è l’area educativa preferita dalle nuove generazioni di studenti universitari e la testimonianza di ciò deriva proprio dal crescente numero di iscrizioni ai politecnici.
Sempre da una rilevazione del Censis che ha coinvolto 59 atenei italiani su 74, per i rettori le principali cause del calo complessivo di immatricolazioni dello scorso anno accademico è dovuto all’attuale crisi economica, accentuata anche dal periodo della Pandemia. Sono, infatti, gli atenei non statali, con tasse più elevate rispetto alle strutture pubbliche, ad aver riportato un calo negativo di iscrizioni: -7,1% rispetto al -2,3% degli atenei statali.
A completare il quadro per i molti rettori intervistati dal Censis le altre cause principali della contrazione di immatricolazioni all’università sarebbero: la migrazione studentesca verso gli atenei delle altre regioni, l’università non più vista come strumento di accesso al lavoro e di affermazione sociale e, infine, anche l’insufficienza delle risorse disponibili per garantire il diritto allo studio.
Scende di un posto l’ateneo catanese, piazzandosi al penultimo posto in classifica, rispetto allo scorso anno (era terzultima), con una media di 78,3 e confermando, anche per quest’anno, il suo punto di forza nella comunicazione e nei servizi digitali con un punteggio pari a 92.
Perdono punti i servizi e le strutture (-2 rispetto la precedente classifica), e l’internazionalizzazione (-1). Rimane stabile con un punteggio di 78 l’occupabilità.
Il podio dei grandi atenei d’Italia spetta, partendo dal terzo posto a salire, rispettivamente all’Università di Calabria, all’Università di Perugia e all’Università di Pavia.
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