Pubblicato il report annuale di AlmaLaurea in riferimento al 2021. Il documento contiene i dati statistici riguardo il profilo e la condizione occupazionale delle neolaureate e dei neolaureati italiani: di seguito, il focus sul Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Catania.
Indice
Il noto Consorzio Interuniversitario “Almalaurea” che, ogni anno, effettua indagini statistiche circa il profilo e la condizione occupazionale dei neolaureati italiani, ha recentemente pubblicato i dati del XXIV Rapporto 2022, in riferimento al precedente anno solare.
Per quanto concerne l’Università degli Studi di Catania, sono state prese in considerazione le valutazioni di ben 6191 laureati, al fine di tracciarne le principali peculiarità.
Dalle analisi dell’ultimo report è possibile ricostruire anche il quadro generico e lo status lavorativo delle studentesse e degli studenti che hanno conseguito il titolo di laurea triennale e magistrale biennale, presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Ateneo di Catania.
Dalla recente indagine, in relazione al 2021, risulta che le neodottoresse e i neodottori del DMI che hanno indossato la tanto agognata corona d’alloro sono stati complessivamente 136: nello specifico, 93 hanno conseguito la laurea triennale, 42 la laurea magistrale biennale e 1 soltanto un corso pre-riforma. Questi, per il 75% sono in maggioranza uomini, mentre il restante 25% è costituito da donne. Fra laureati di triennale e laureati di biennale, a procedere con la compilazione del questionario sono stati in 127.
Secondo i dati riportati, la maggior parte degli iscritti al DMI ha di base una formazione liceale e il 58,8% proviene specialmente da un Liceo scientifico, ottenendo al diploma un voto medio pari a 87/100. Seguono poi, l’Istituto tecnico tecnologico (21,3%), l’Istituto tecnico economico (8,8%), il Liceo classico (5,9%), il Liceo linguistico (3,7%) e, per ultimi, il Liceo delle scienze umane e l’Istituto professionale, con lo 0,7%.
Nonostante il 52,8% degli ex studenti abbia dichiarato di avere svolto attività lavorative a tempo pieno, durante il proprio percorso accademico, la durata degli studi si aggira, mediamente, a 4,4 anni: una percentuale considerevole di matematici e informatici, ovvero il 49,3%, non sfora la durata degli anni di studio previsti e riesce a laurearsi in corso; la percentuale rimanente ritarda in media di 1,7 anni il conseguimento della laurea breve, mentre posticipa di 1 anno la laurea magistrale biennale, per un indice di ritardo complessivo dello 0,60%.
La Rassegna condotta dimostra, inoltre, che l’età media complessiva per il conseguimento del titolo è di 25 anni e mezzo, con una votazione media di 104/110 alla triennale e di 109/110 alla magistrale biennale.
Il 59,1% dei neolaureati intervistati si è ritenuto decisamente soddisfatto del proprio corso di laurea, del rapporto coi docenti, dei servizi e delle attrezzature didattiche offerte: così il 71,7% desidera proseguire gli studi dopo il raggiungimento del titolo e intraprendere almeno un’attività di formazione post-laurea, come uno stage aziendale (19,2%) o un master universitario di primo livello (3%).
Dopo anni trascorsi sui libri, tra programmazione, linee di codice e calcoli matematici, un’ampia fetta di questi laureati aspira a lavorare nel settore pubblico, ma valuta anche l’avvio di un’attività in proprio. Il 66,7% di coloro che hanno iniziato un lavoro prima di laurearsi dichiara che, grazie all’adeguatezza delle competenze e della formazione acquisita, ha riscontrato un miglioramento sia dal punto di vista professionale (62,5%) sia da quello economico (25%).
Almalaurea, annualmente, fornisce informazioni rilevanti inerenti anche al tasso di occupazione post lauream e alla retribuzione mensile media.
La condizione occupazionale per i catanesi laureati in Matematica e Informatica che lavorano è rappresentata dal 52,5%. Chi ha ottenuto il titolo è riuscito presto ad interfacciarsi con il mondo del lavoro, che offre un ampio ventaglio di opportunità, dall’ambito informatico (46,2%), al ramo dell’Istruzione e della ricerca (17,3%), al settore della consulenza (9,6%): in media, i laureati in possesso della sola laurea triennale riescono a trovare un’occupazione nel giro di 2,4 mesi.
L’84,6% è impiegato nel settore privato e ricopre soprattutto professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (58,8%). Di questi, il 73,1% svolge il lavoro in modalità smart-working e il 46,2% ha già ottenuto il contratto a tempo indeterminato.
Tuttavia, dal XXIV Rapporto 2022 in questione, fra le neodottoresse e i neodottori di Matematica e Informatica di Unict emerge una disparità di genere per quanto riguarda il tasso di occupazione e la retribuzione. Le donne provviste della sola laurea triennale risultano occupate per il 33,3%, dato che raggiunge l’83,3%, se ad essa vi accostano anche una laurea magistrale biennale.
Un altro punto da attenzionare è quello relativo al problema della remunerazione: la media degli stipendi netti fra donne e uomini in possesso della laurea triennale ammonta rispettivamente a 1082€ e a 1248€. Mentre per coloro che hanno acquisito il doppio titolo, per le lavoratrici laureate lo stipendio medio calcolato è di 1376€, a fronte dei 1685€ guadagnati dai lavoratori laureati. Un confronto significativo, dunque, nel dibattito contemporaneo sul divario retributivo di genere.
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