A Catania, e per la seconda volta, va in scena il FRU, Festival delle Radio Universitarie italiane. Abbracci, presentazioni e grande gioia hanno caratterizzato i primi istanti dell’evento: il racconto dell’inaugurazione.
È finalmente entrato nel vivo uno degli appuntamenti più attesi in città. Ufficialmente iniziata l’edizione 2022 del Festival delle Radio Universitarie italiane che fanno parte del circuito RadUni. Oltre che da questa associazione, l’evento è organizzato dall’emittente dell’ateneo catanese, Radio Zammù, e destinato ad animare il capoluogo etneo per i prossimi giorni.
Organizzatori e partecipanti sono pronti a dar vita ad una nuova indimenticabile storia e, nelle scorse ore, sono già state scritte belle pagine. Le prime.
Nel corso del pomeriggio di ieri, giovedì 19 maggio, il secondo piano del Palazzo Centrale dell’Università di Catania si è gradualmente riempito di numerosi giovanissimi, provenienti da altrettante parti d’Italia.
Sono gli speaker e i partecipanti del FRU 2022, tutti con caratteristiche e magliette diverse ma accomunati da un solo desiderio che, solo poco più di due anni fa, sarebbe apparso quasi banale: condividere momenti.
Qualche presentazione informale, non pochi abbracci sinceri e tante risate prima dell’inizio dell’inaugurazione dell’evento, tenutasi all’interno di un’Aula Magna ben presto gremita.
A sancire ufficialmente l’inizio dell’appuntamento sono stati i saluti e le parole del Professor Rosario Castelli, docente dell’Università degli Studi di Catania, delegato del Rettore alle Attività culturali e coordinatore della Comunicazione d’ateneo.
“Per molti di noi è una giornata di festa, e per tanti motivi: anche perché finalmente ci ritroviamo – ha esordito così il Professore Castelli –. L’Università di Catania è ormai ripartita con gli appuntamenti in presenza ma l’occasione del Festival delle Radio Universitarie, che ospitiamo nuovamente come ateneo, ci è particolarmente gradita. Ciò perché la radio universitaria di Catania esiste ormai da tanti anni e ha ospitato già l’edizione del FRU nel lontano 2008. Allora l’artefice di questa scommessa, insieme ad Alberto Conti, fu il collega Luciano Granozzi, che è stato un punto di riferimento importante per le nostre attività di comunicazione.
C’era questa forte volontà di ricandidarsi – ha continuato – e, lo dico con orgoglio, siamo la prima università che ospita per la seconda volta il Festival”.
Far parte di una radio universitaria è, a detta del Professore Castelli, “una grande opportunità, soprattutto per gli studenti“.
“Ciò perché le radio universitarie si sono configurate come grandi laboratori in cui gli studenti si possono formare, e con un capitale minimo da investire: la passione – ha spiegato ancora il docente –. La passione, se assume consistenza, può tramutarsi in acquisizione e in competenza anche spendibile altrove. L’esperienza che si fa nelle radio universitarie può proseguire anche in altri ambiti professionali“.
Non è mancato un riferimento agli studenti dell’Università di Catania, che nei diversi anni si sono confrontati con questa realtà. Alcuni di loro, poi, hanno fatto della radio una professione: è il caso di Stefania Tringali.
“Il nostro ateneo conta 40.000 studenti e dalla radio universitaria sono passati tantissimi giovani – dichiara ancora il Professore Castelli –. Rispetto al totale, però, soltanto un’esigua parte ha sfruttato la possibilità di impegnarsi in un lavoro che è enormemente sfaccettato, perché ogni lavoro di una radio richiede l’acquisizione di competenze di scrittura, ideazione, organizzazione. Scommettersi in ciascuno di questi ambiti significa avere la possibilità di imparare più professioni”.
Il docente ha sottolineato che un’esperienza simile, per uno studente, non si riduce mai allo “stare dietro un microfono a parlare”, bensì permette di far proprie competenze ed attività ricercate e spendibili anche altrove, come il lavoro in team. Non di rado, poi, vivere la radio universitaria può trasformarsi in “un fattore di selezione decisivo” in ambito lavorativo.
“Accogliamo con grande gioia tutti voi – conclude il docente –, che venite da qualsiasi parte d’Italia, creando ancora una volta l’opportunità di fare rete, non soltanto tra istituzioni ma anche con i soggetti privati”.
Nel corso dell’inaugurazione, è intervenuta anche la Professoressa Francesca Longo, Prorettrice dell’ateneo catanese.
“Ritengo – ha affermato la Prorettrice – che un’occasione come questa sia una festa ma, allo stesso tempo, anche una situazione utile a ricordare quanto le radio universitarie possano fornire, in termine di competenze, occasioni e opportunità”.
“Una vera gioia”: in tali termini la Prorettrice ha definito l’accoglienza così tanti giovani, dopo due anni di deserto perché totalmente “occupati” dalla pandemia.
“Divertitevi – ha raccomandato, infine, la Professoressa Longo – e godetevi anche la città di Catania, per chi non la conosce“.
Ha manifestato il proprio entusiasmo anche Marco Napoleoni, Presidente dell’associazione che da anni si occupa della promozione e dell’organizzazione del Festival, RadUni.
“Sono molto contento di vedere una sala così ben riempita e, soprattutto, di poter ringraziare in maniera sincera perché l’accoglienza dell’Università di Catania è straordinaria – ha dichiarato Marco Napoleoni –. Poter ripartire da Catania è una gioia e sono felice della grande partecipazione che constato.
L’importante è ritrovarci tutti. Ho visto qui fuori persone riabbracciarsi perché non si vedevano da un po’ e soprattutto tanti ragazzi nuovi che, appena arrivati, hanno cominciato a parlare di radio”.
Il giorno dell’inaugurazione è stato percepito come particolarmente speciale perché, come ricordato da Napoleoni, “fino ad alcuni mesi fa nulla era scontato”.
“Abbiamo lavorato tanto e abbiamo trovato persone che ci hanno sostenuto nell’organizzazione di questo festival – ha continuato il Presidente di RadUni –, e questo mi riempie di gioia. C’è sempre stato un legame importante con questa città e questo che viviamo è un momento molto bello, spero solo il primo di tanti bei momenti insieme”,
Il Presidente ha concluso il proprio intervento con un ulteriore auspicio.
“Che questi tre giorni – augura e si augura Marco Napoleoni – possano farci riscoprire il bello di confrontarci e fare radio insieme e che siano utili a far crescere il nostro mondo, importante all’interno dell’università e non solo”.
L’edizione 2022 del FRU ha richiamato a Catania diverse redazioni e radio, 25 in totale.
Al termine dell’intervento di Napoleoni, ciascuna di queste ha voluto presentarsi alle altre, ai presenti. Un momento allegro, scandito anche da cori da stadio e applausi scroscianti, ma durante il quale è anche emerso che la maggior parte delle radio ha dovuto “spegnere i microfoni” durante questi ultimi due anni. Soltanto alcuni hanno resistito, ma oggi nessuno vuol gettare definitivamente la spugna.
L’ultimo a prendere la parola è stato Alberto Conti, station manager della radio che farà gli onori di casa, Radio Zammù.
“Oggi abbiamo la fortuna di avere un ateneo che crede nella radio – ha aggiunto Alberto Conti –. E siamo felici di aver organizzato questo evento che, dopo due anni, era importante ripetere”.
Da RadioBue, che si occupa di cinema, a Europhonica, format europeo che mira ad avvicinare i giovani a meccanismi e temi della politica europea: la natura delle partecipanti è davvero variegata, al pari della provenienza. Il FRU 2022 è, di fatto, arricchito dalla presenza di radio nate a Sassari, Macerata, Roma o Siena, solo per citarne alcuni.
Numerosi giovani hanno già condiviso spazi comuni, a partire dal pavimento del chiostro del Palazzo Centrale dove, al termine dell’inaugurazione, hanno scattato una foto di gruppo. Continueranno su questa scia, ancora nelle prossime ore. Ma cos’altro si aspettano da questo evento?
“Sicuramente tanto divertimento: dopo due anni in cui il FRU non si è tenuto in presenza, questo vogliamo noi ragazzi, radiofonici e non − dichiara Chiara, giovane di Napoli −.Vogliamo anche imparare nuove cose, soprattutto sul come fare radio”.
“È la prima volta che partecipo al FRU, quindi ho molte aspettative – aggiunge Francesca, che arriva invece da Verona –. Stiamo ripartendo con la radio, con FuoriAulaNetwork. Dunque spero di trovare qui nuovi contatti e nuovi stimoli, oltre che di intessere relazioni e poter trattare di tempi comuni, magari da sviluppare insieme prossimamente“.
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