Le "Brigantesse" rappresentano un'importante realtà sportiva e sociale di Catania. Queste donne non tirano fuori la grinta solo in campo, quando hanno in mano la palla ovale, ma anche per aiutare gli altri. Due di loro hanno svelato ai microfoni di LiveUnict di cosa si occupano e cosa sognano.
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Importante squadra femminile di rugby a Catania e punto di riferimento culturale e sociale, ma anche donne attive contro criminalità e stereotipi: queste, e tanto altro, sono le Brigantesse. Due di loro hanno raccontato ai microfoni di LiveUnict questa interessante realtà locale, senza dimenticare di menzionare traguardi già tagliati e obiettivi ancora da raggiungere.
Nello sport esistono per certo ancora numerosi stereotipi di genere e il rugby risulta particolarmente intaccato da questi. Tuttavia la storia delle Brigantesse, al pari di quella di tante altre squadre femminili di rugby in Italia, insegna che non esistono “sport da uomini” ed altri “da donne”.
“Una delle ‘Brigantesse’ mi propose di tornare per un allenamento – esordisce così la capitana della squadra, Valentina Mazzeo – e da quel momento non sono più andata via.
Il rugby è uno sport meraviglioso – continua – quasi una metafora della vita, che ti insegna a cadere e rialzarti prontamente, a sostenere la tua compagna, ad avanzare sempre verso la meta e a rispettare chiunque tu abbia intorno“.
Un colpo di fulmine anche per la compagna di squadra di Valentina, Nicole Cannavò.
“Nel 2016 – confessa Nicole – trasferite già da tempo le attività al campo San Teodoro, ho deciso di provare il gioco del rugby mi sono letteralmente innamorata“.
Il contesto in cui si opera può assumere un valore rilevante e un quartiere ritenuto da molti “difficile” come quello di Librino avrebbe potuto, a detta dei più, rappresentare un ostacolo per la realtà delle Brigantesse. Eppure queste atlete hanno dimostrato il contrario: la loro unione, il loro impegno nel sociale e la magia dello sport hanno contribuito a portare nel quartiere entusiasmo e ad allontanare la criminalità.
Nonostante le intimidazioni, il furto del defibrillatore, l’incendio del pulmino che serviva per le trasferte e della “Club House” (sede della “Librineria”), le Brigantesse continuano “a scendere in campo” animate da grande passione e, se possibile, con ancor maggior voglia.
“Credo che il punto di forza delle Brigantesse e dei Briganti sia proprio avere reso possibile il riscatto di Librino – sostiene Valentina Mazzeo – e di tanti ragazzi e ragazze che lo abitano, attraverso la pratica del rugby innanzitutto”.
“Crescere a Librino – aggiunge Nicole Cannavò – è stata una grandissima opportunità sia a livello di gioco sia a livello sociale”.
Dalle parole delle atlete si scopre che l’attività di Briganti e Brigantesse non si limita al solo sport.
Nicole Cannavò spiega, di fatto, che “i volontari sono affiatati e appassionati e si cimentano in varie attività come il doposcuola, l’insegnamento del rugby ai bambini al Campo e nelle scuole del quartiere e in molti lavorano in vari progetti“.
Ma di cosa si occupano, nello specifico, le Brigantesse?
“Le ‘Brigantesse’, oltre a seguire la pratica sportiva, sono molto attive nel contesto delle attività sociali che contraddistinguono da sempre l’operato dei Briganti Rugby Librino – spiega la capitana della squadra – . Innanzitutto la Librineria, prima biblioteca nata a Librino, in cui vengono organizzate attività di doposcuola per i più giovani e attività laboratoriali e/o ludiche per i più piccoli.
Oltre a questo, si fa anche attività di avviamento al rugby nelle scuole della zona e si partecipa a programmi di inclusione sociale“.
In merito a piccole ma grandi vittorie, le Brigantesse hanno sicuramente molto da raccontare.
“Sono abbastanza sicura nell’affermare che il più grande obiettivo raggiunto finora dalle ‘Brigantesse’ – confessa Valentina Mazzeo – sia stato quello di essere arrivate a oggi, da quel 13 dicembre 2015 in cui esordimmo in Coppa Italia, con una squadra consolidata, cosa non semplice vista l’esiguità dei numeri legati alle presenze nel rugby femminile, con la scomparsa di diverse squadre siciliane in questi anni.
Abbiamo attraversato momenti non semplici ma li abbiamo superati al meglio delle nostre forze ed essere arrivate fin qui è per me personalmente grande motivo di orgoglio“.
La lista di obiettivi delle ambiziose atlete intervistate, tuttavia, è e non può non essere ancora lunga.
“Obiettivi futuri? Sicuramente – conclude la capitana Valentina Mazzeo – quello di vincere il torneo 7’s regionale e, come desiderio personale, vedere una delle nostre vestire i colori della nazionale“.
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