Nelle ultime settimane si è parlato tanto dello scandalo Pfizer in seguito ai 130 esuberi. A tal proposito, la redazione di LiveUnict ha voluto fare chiarezza sulla vicenda parlando con Graziella Faranna delle vicende e della lista dei 130 esuberi.
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Il 4 marzo i dipendenti di Pfizer Catania hanno scioperato davanti lo stabilimento della nota azienda farmaceutica in merito ai 130 esuberi. Tuttavia, la protesta era stata annunciata prima ancora che Pfizer annunciasse il recente piano industriale che ha confermato i tagli: da tempo infatti i sindacati avevano intuito l’intenzione di Pfizer di depotenziare l’impianto catanese.
La redazione di LiveUnict in seguito a tali notizie e successivamente alle manifestazioni e ai tagli effettuati ha voluto fare chiarezza parlando direttamente con Graziella Faranna, Rsu Filctem Cgil, che si è fatta portavoce raccontando ai nostri microfoni la vicenda.
I dipendenti di Pfizer insieme ai sindacati si sono fermati a manifestare davanti lo stabilimento di Pfizer Catania per cercare di ottenere dei risvolti ed essere ascoltati.
“C’è stata una rottura tra associazioni sindacali RSU e aziende Confindustria – esordisce Faranna -. È stato chiesto di rimandare il tutto all’ufficio provinciale del lavoro per la continuità della trattativa. Il 18 marzo è una data importante perché è stato aperto il tavolo di crisi alla Regione. Ci sarà un incontro con le istituzioni e aspettiamo riposte per portare la problematica a livello nazionale”.
Pochi giorni fa girava voce che i 130 esuberi fossero stati annunciati tramite una lista mandata su WhatsApp e a tal proposito Graziella Faranna ha fatto chiarezza sulla situazione confermando ed annunciando che la lista è stata mandata su WhatsApp successivamente agli annunci ufficiali dei licenziamenti.
“La lista è stata presentata in modo corretto e noi siamo stati convocati dopo anni che chiedevamo questo incontro nazionale – spiega Graziella Faranna -. Noi da tempo siamo preoccupati per il nostro sito perché quando una multinazionale decide di non investire più in ambito sanitario e di non portare più nuovi prodotti e portare nuove produzioni”.
“Inoltre – continua -, perdevamo molti mercati per quanto riguardava il prodotto nostro di punta, il farmaco penicillina. Il mercato più grosso che abbiamo perso è quello cinese ed abbiamo scoperto che tre anni prima eravamo stati terzializzati”.
Il ruolo dei sindacati in tutta questa vicenda risulta fondamentale ai fini di fare chiarezza e per poter comunicare tra istituzioni.
“Io faccio parte della RSU FLC CGL – spiega – e stiamo cercando di mettere in atto tutto il nostro potere cercando confronti con tutte le istituzioni perché il problema di Pfizer Catania non è solamente un problema legato ai 130 esuberi ma è un problema generico di oltre 660 dipendenti dell’azienda. Gli interinali non sono più stati rinnovati e parliamo di oltre 100 persone. Si parla anche di indotto perché è chiaro che quando uno stabilimento come Pfizer chiude l’impatto territoriale è devastante. Dunque, noi stiamo cercando di mettere in atto tutto il possibile per cercare di sensibilizzare le istituzioni”.
“Noi continuiamo a chiedere un piano industriale serio e concreto ma ancora ad oggi non lo abbiamo ricevuto” – continua.
“A seguito dell’incontro con Confindustria vi è stato un esito negativo e una rottura totale – spiega Graziella Faranna -. Infatti, è stato chiesto dall’Azienda di passare il tutto all’Ufficio provinciale del lavoro che però ad oggi non ha ancora dato risposta. Noi siamo aperti e disponibili a tutto ma l’Azienda deve tornare indietro sui licenziamenti e questa è la richiesta fondamentale. Inoltre, ci aspettiamo che presenti il piano industriale per capire a Catania che futuro ci sarà”.
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