In vista delle festività natalizie, il Governo pensa alle possibili ipotesi per evitare la quarta ondata di contagi da covid-19. Se da un lato c’è il modello Austria, che impone il lockdown soltanto alle persone non vaccinate, Palazzo Chigi non è molto convinto: vuole assolutamente evitare un ulteriore lockdown.
I numeri dell’Italia, comunque, dimostrano che è messa meglio rispetto alla gran parte dei Paesi europei: la forte campagna vaccinale, il green pass e le fasce di rischio a colori sembrano star funzionando.
Nonostante al momento non ci siano particolari rischi, si deve pensare a dicembre, al Natale e a tutti gli spostamenti che le persone compiranno per divertimento o per andare a visitare i parenti: ecco le possibili ipotesi riguardanti le restrizioni per non vaccinati e le possibili modifiche sulla durata del green pass.
La fascia di rischio
L’idea del governo resta sempre quella di mantenere l’attuale piano, con qualche aggiustamento che conceda maggiori garanzie ai vaccinati, senza stabilire comunque grossi svantaggi per i no vax.
Le restrizioni, infatti, potrebbero scattare soltanto nel caso in cui si arrivi a numeri che porterebbero alla fascia arancione o rossa, anche valutando il modello tedesco del green pass 2G: in Germania, infatti, negli alberghi e nei ristoranti possono entrare solo vaccinati e guariti.
Green pass e tamponi
Gli esperti affermano che dopo sei mesi dalla seconda dose di vaccino, gli anticorpi cominciano a diminuire: nei prossimi giorni, dunque, si chiederà al Comitato tecnico-scientifico di valutare la riduzione della validità della certificazione verde da 12 a 9 mesi o, addirittura, fino a sei, con lo scopo di aumentare la sicurezza.
Per quanto riguarda i tamponi, invece, stando alle ipotesi del momento, potrebbe essere abolito il ricorso al tampone antigenico, ma una strada più semplice e possibile sarebbe dimezzarne la durata: da 48 a 24 ore.
Terza dose
Entro la fine della settimana è atteso il decreto del Ministro della Salute con cui si impartirà, a tutto il personale medico e ai lavoratori che entrano nelle Rsa, l’obbligo di sottoporsi alla terza dose o al richiamo del vaccino. A dicembre la dose booster dovrebbe allargarsi alla fascia tra i 40 e i 60 anni, per poi essere somministrata a tutti. Infine, per quanto riguarda lo stato di emergenza, la decisione verrà presa solo nell’ultima decade di dicembre.