Da giorni Catania è vittima di una violenta ondata di maltempo che, nel giro di poche ore, ha recato numerosi e gravi danni. Cosa si è verificato di preciso e cosa potrebbe succedere a breve? LiveUnict ne ha discusso con Andrea Bonina, meteorologo di 3bmeteo.
Alberi e pali abbattuti, vetture travolte dal fango, edifici allagati e strade come fiumi, ma soprattutto vittime: è quanto causato dall’ondata di maltempo che, già da domenica 24 ottobre, si è abbattuta sulla Sicilia orientale. In particolare, in queste ultime ore, forte vento ed abbandonanti precipitazioni hanno messo in ginocchio la città di Catania e tutta la provincia etnea.
È stato, allora, necessario adottare delle misure utili a salvaguardare la popolazione. Si pensi che, nel pomeriggio di ieri, i violenti fenomeni atmosferici hanno spinto Salvo Pogliese, primo cittadino del capoluogo etneo, a disporre l’immediata chiusura delle attività commerciali, oltre che la sospensione delle attività didattiche per il terzo giorno consecutivo. Nel frattempo, i Vigili del Fuoco hanno esortato tutti i cittadini a non uscire di casa.
Ma cosa sta accadendo, nel dettaglio? È Andrea Bonina, meteorologo di 3bmeteo.com, a spiegarlo.
“La nostra regione permane sotto l’influenza di un vortice di bassa pressione in graduale approfondimento sulle acque del Canale di Sicilia – spiega il meteorologo Andrea Bonina – . La circolazione depressionaria, a lentissima evoluzione, ormai da domenica richiama correnti molto umide e instabili dal mar Ionio, foriere di precipitazioni temporalesche che senza soluzione di continuità assumono carattere di nubifragio”.
Il meteorologo di 3bmeteo.com fornisce dei dati in merito alla quantità di pioggia caduta in questi giorni di fine ottobre ed informazioni su aree particolarmente colpite, anche da fenomeni meno noti.
“Nell’hinterland di Catania si registrano picchi di 250-300 mm di pioggia in appena 3 giorni, quasi il 50% delle precipitazioni attese nel corso dell’intero anno – indica Andrea Bonina – . Apporti pluviometrici di eccezionale rilevanza si osservano alle pendici orientali dell’Etna, dove subentra anche il fenomeno dello ‘stau’: si superano i 600 mm a Piano Provenzana.
Si tratta a tutti gli effetti della dinamica più perturbata che possa interessare la Sicilia orientale in autunno, innescando inevitabilmente piene lampo e straripamenti dei corsi d’acqua, diffusi allagamenti e smottamenti”.
Ottobre verrà ricordato dai catanesi come un mese particolarmente difficile perché contrassegnato in più occasioni dal maltempo. Di fatto, già ad inizio mese, la città era stata colpita da un fenomeno temporalesco tanto inusuale quanto violento. Ci si chiede, dunque, se vi siano punti i in comune tra quanto accaduto allora e quanto vissuto, in particolar modo, ieri.
“L’evento di inizio mese si inquadra all’interno di una dinamica assai differente – chiarisce il meteorologo – : lo scorso 5 ottobre Catania è stata investita da un sistema temporalesco legato al transito di una rapida perturbazione atlantica.
In città il temporale ha scaricato nel breve volgere di pochi minuti dai 15 ai 30 mm di pioggia, per poi esaurirsi in meno di un’ora; i danni più rilevanti a tralicci, balconi, alberi e strutture leggere, tuttavia, sono stati innescati dalle violente raffiche di vento in uscita dal temporale, stimate tra i 70 e i 100 km/h. Un fenomeno attribuibile al ‘downburst’”.
Anche quest’anno i siciliani son divenuti testimoni di un rapido “cambio di rotta” del clima. L’estate è stata caratterizzata da siccità, picchi di 48° ed incendi. Adesso, invece, si assiste impotenti ad ondate di maltempo estremo. Ma cosa determina il passaggio, a dir poco repentino, da una situazione meteorologica a quella opposta? E a cosa son dovuti fenomeni tanto violenti?
“Climatologia alla mano, in Sicilia l’autunno è la stagione a maggior rischio di fenomeni violenti e potenzialmente alluvionali – dichiara l’esperto – . Dopo il gran caldo e le condizioni di siccità tipiche dell’estate, infatti, le perturbazioni nordatlantiche tendono a guadagnare terreno sul Mediterraneo, accompagnate dalle prime irruzioni di aria fredda.
L’interazione tra masse d’aria dalle caratteristiche differenti (calde e secche quelle in afflusso dal Nord Africa, fredde e umide quelle di derivazione atlantica o scandinava), l’estrema complessità orografica del nostro territorio e le elevate temperature della superficie dei nostri mari – continua – concorrono allo sviluppo di episodi di maltempo intensi e prolungati. Secondo i più accreditati studi climatologici, inoltre, il riscaldamento globale potrebbe determinare un ulteriore aumento dell’intensità e della frequenza di tali fenomeni”.
Secondo il meteorologo intervistato, “la mitigazione dei rischi legati al maltempo estremo passa attraverso la sinergia tra le previsioni meteorologiche, gli allertamenti di Protezione Civile, l’applicazione delle norme di autotutela da parte della cittadinanza e, soprattutto, cospicui interventi strutturali di regimazione delle acque meteoriche, dei fiumi e dei torrenti”.
Cittadini ed istituzioni contano gli innumerevoli danni provocati dal maltempo e già pensano a come rialzarsi. Un dubbio, tuttavia, permane: il peggio è davvero passato? Secondo il meteorologo di 3bmeteo.com è ancora presto per abbassare la guardia.
“Ancora massima attenzione nel breve termine – avverte Andrea Bonina – : il vortice depressionario attivo poco a Sud della Sicilia nelle prossime ore tenderà ad intensificarsi ulteriormente. Tra giovedì e venerdì il Canale di Sicilia potrebbe ospitare un ‘Medicane’, un ciclone mediterraneo dalle caratteristiche simil-tropicali: ne scaturiranno con ogni probabilità nuove precipitazioni a carattere di nubifragio, venti oltre i 70-80 km/h tra le province di Catania e Siracusa e mareggiate lungo le coste ioniche”.
Data la frequenza con cui si stanno susseguendo fenomeni meteorologici tanto allarmanti, cosa bisogna aspettarsi dalle prossime settimane? Andrea Bonina fornisce alcune previsioni.
“Saranno probabilmente meno estremi i primi giorni di novembre, che potrebbero trascorrere all’insegna di una frequente alternanza tra fasi più asciutte e anticicloniche e rapide perturbazioni di passaggio a partire dai settori occidentali del Mediterraneo – conclude il meteorologo Andrea Bonina – . Ogni considerazione sul prossimo inverno è invece da considerarsi prematura e senza solide basi scientifiche”.
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