Università in pillole

Riscatto laurea gratuito? L’INPS dice sì ma mette in guardia

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Riscatto laurea gratuito? L'Inps dice sì all'ipotesi al centro del dibattito, ma mette in guardia. Ecco perché è diverso dal riscatto laurea agevolato.

Il riscatto laurea gratuito è da sempre al centro di un grande dibattito, per via del grande interesse che suscita ma anche per i costi onerosi della procedura. Adesso arriva una novità rilevante: il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, ha appoggiato questo tesi al centro del dibattito ed ha esposto i costi di questa misura.

Riscatto laurea agevolato o gratis?

Nel corso dell’audizione alla Commissione lavoro della Camera, Tridico ha appoggiata questa ipotesi, spiegando quali sarebbero i costi. Se il riscatto anni di laurea fosse gratuito, ci sarebbe una spesa di 4-5 miliardi all’anno per lo Stato.

“Incentiva i giovani”

“Il riscatto della laurea ha due caratteristiche positive – ha dichiarato Tridico – incentiva il giovane e contribuisce all’aumento delle skills in un paese dove il tasso dei laureati è tra i più bassi dell’Ue. Oltre a pareggiare una sorta di discriminazione che potrebbe denunciare chi resta di più tra i banchi di scuola rispetto all’ingresso mercato nel mercato del lavoro” .

“Un salario più basso significa avere una pensione più bassa. Il sistema contributivo attuale proietta sul futuro una pensione più bassa. Sono soprattutto i giovani ad avere questo problema”.

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“I giovani – ha concluso – entrano spesso nel mercato del lavoro tardi, oltre che con bassi salari”. Quindi non si parla più di riscatto agevolato laurea, ma un riscatto gratuito per fini pensionistici rappresenterebbe un modo “per incentivare gli studi”.

Quota 100 a 63/64 anni

Un’altra importante novità potrebbe riguardare Quota 100 e la possibilità di andare in pensione intorno ai 63/64 anni. Secondo il presidente dell’INPS, infatti, i lavoratori del sistema misto potrebbero accedere alla quota maturata al momento della richiesta per poi avere la pensione completa successivamente, quando si raggiunge l’et di vecchiaia.

Questa misura costerebbe 2,5 miliardi per i primi tre anni, mentre si riscontrerebbe un risparmio a partire dal 2028. A questa prima misura, se approvata, potrebbero avere accesso circa 50mila persone per un totale di 453 milioni di spesa; mentre nel 2023 si parla di 66mila persone per 935 milioni di spesa.

Questa ultima novità potrebbe essere rivolta ad alcune categorie particolari:

  • 63/64 anni di età;
  • Almeno 20 anni di contribuzione;
  • Aver maturato una quota contributiva pare o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.