Gi italiani comprano e sfogliano più libri che nel periodo precedente l'avvento della pandemia: è quanto confermato dagli ultimi dati sulle vendite. Nel frattempo, quest'anno si preferisce studiare su volumi nuovi: tuttavia la percentuale di famiglie e giovani decisi ad accantonare l'usato varia tra Nord e Sud Italia.
Diversi settori tornano a respirare, ed i numeri lo confermano. Tra tutti, quello dell’editoria che registra persino vendite migliori rispetto al 2019, anno in cui il Covid-19, le chiusure ed il lockdown non erano nemmeno immaginabili. Nel frattempo, cambiano anche le abitudini in materia di acquisto di libri con cui studiare, ma non in maniera omogenea. Di seguito tutti i dati.
Segnali di speranza, necessari dopo mesi in cui hanno dominato isolamento ed incertezza, provengono con sorpresa dal mondo dell’editoria.
Nei primi mesi del 2021, in Italia il mercato di varia (ovvero libri di fiction e non fiction venduti) è aumentato del 29% rispetto al 2020 e del 16,6% rispetto a due anni fa e, dunque, al periodo precedente la pandemia. Un incremento di cui ha recentemente riferito l’Associazione Italiana Editori (AIE) e che non riguarda soltanto l’online ma anche le librerie fisiche e la grande distribuzione. L’analisi completa verrà discussa al Salone internazionale del Libro di Torino il prossimo 15 ottobre.
D’altronde già l’ultima analisi dello stesso ufficio studi dell’AIE sui dati NielsenIQ, svelata a luglio, era stata portatrice di positive notizie.
Grazie a quest’ultima era emerso che proprio nel clou dell’emergenza sanitaria gli italiani hanno scoperto, o riscoperto, l’amore per la lettura. Un fenomeno che, secondo quanto ribadito dal ministro della Cultura Dario Franceschini, non è avvenuto in altri Paesi d’Europa. Un cambio d’abitudini che ha inevitabilmente modificato i dati. Come?
A luglio si indicavano 11 milioni di copie in più vendute rispetto all’anno prima dello scoppio della pandemia, il 2019: si tratta del ben 31% in più. Se si considera, poi, il confronto con il 2020, l’incremento sale al 44%.
Ben 7,9 milioni di italiani (il 31%), di età tra compresa tra i 15 ed i 75 anni, hanno dichiarato di aver letto più libri a stampa, più ebook ed ascoltato più audiolibri rispetto al 2020. Oltre il doppio rispetto a quel solo 13% di italiani che ha acquistano e letto meno libri che nel corso dell’anno precedente. Inoltre già nella prima parte di quest’anno 5,8 milioni di acquirenti hanno deciso di comprare più prodotti per la lettura rispetto al 2020.
A tal proposito andrà riconosciuto il grande contributo di 18App, il bonus cultura italiano apprezzato anche all’estero: di fatto, dopo la Francia, anche la Spagna ha deciso di introdurlo. Grazie a questo buono, nei primi a gennaio e febbraio 2021, sono stati spesi 75 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.
Ma dopo la pandemia, chi abita il Bel Paese dove ha scelto di acquistare quanto serve per saziare la propria “fame di lettura”?
Molti desiderano tornare in libreria, cercare i volumi tra gli scaffali, sfogliare prima di recarsi in cassa. Si pensi che nella prima parte del 2021 le vendite di questi esercizi hanno superato, seppur di poco, l’online: 47,8% contro 47%. Nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2021, queste hanno guadagnato 332,9 milioni di euro, un cifra più alta non solo rispetto a quella incassata nell’anno del 2020 (222,1 milioni) ma anche rispetto al 2019 (313,6 milioni). Probabilmente proprio le limitazioni imposte hanno alimentato il desiderio di varcare la soglia di questi ambienti. semplici ma magici.
Secondo le stime di luglio, crescono tutti i generi ma alcuni più di altri. Di fatto, sono quadriplicate le vendite di libri su giochi e tempo libero e triplicate quelle dei fumetti.
È interessante notare come una ricorrenza importante quale il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri sia stata determinante per la vendita della critica letteraria: nel 2021 quest’ultima ha, di fatto, subito un incremento del 99% rispetto al 2020.
Abbiamo da poco salutato settembre, mese riservato all’avvio dell’anno scolastico. Ciò impone di non trattare soltanto delle letture “di piacere”. Studenti e famiglie puntano ad acquistare anche libri scolastici che profumano di nuovo? Sì, ma non ovunque in egual misura.
Skuola.net ha recentemente effettuato un sondaggio in merito: sono stati coinvolti 3.500 alunni frequentanti le scuole medie e superiori.
È emerso che, in generale, 7 studenti su 10 consulteranno volumi nuovi: una percentuale più alta di quella indicata prima dell’avvento del Coronavirus che, come si sa, ha comportato anche rilevanti difficoltà economiche. Nel 2019, di fatto, il 66% degli intervistati aveva escluso l’usato. Quest’anno il 33% possederà tutti i libri intonsi, il 37% la maggior parte.
Ma se si procede con un’analisi più approfondita degli stessi numeri, emergono delle differenze interne.
Di fatto, mentre al Nord Italia circa 3 studenti su 4 riempiranno i propri zaini con quasi tutti i libri nuovi, nelle Regioni del Sud appena il 64% farà lo stesso (percentuale che arretra). Queste scelte non possono che essere specchio di una diversa realtà socio-economica.
In ogni caso occorrerà precisare che soprattutto i più giovani, ovvero gli studenti delle scuole medie, prediligono il “non usato”: a livello nazionale questi raggiungono l’80%.
La scelta di alunni e parenti non è determinata dalla volontà di insegnanti ed istituti affezionati, magari, alle ultime edizioni disponibili. Ciò, secondo il sondaggio di Skuola.net, riguarda soltanto il 5% degli intervistati.
La maggior parte, ovvero il 43% di questi studenti, ha comprato o comprerà un libro nuovo soprattutto per evitare di trovare pagine piene di annotazioni, sottolineature ed appunti.
Inoltre, un buon 26% non vuole rischiare di ottenere un’edizione vecchia di un volume.
In molti settori la pandemia ha permesso di scoprire il valore del web. Eppure, se si parla di acquisto di libri scolastici, il futuro sembra essere proprio il passato, il tradizionale. Di fatto si esplicita che quasi la metà delle famiglie italiane acquista volumi in librerie e cartolibrerie specializzate.
Appena un nucleo su 3, al contrario, opta per l’online: un dato identico a quello estrapolato nel 2019, dunque tutt’altro che in crescita.
Infine, il 20% del totale si affida ai supermercati per ordinare i libri.
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