Il Ministero dello Sviluppo e dell’Ambiente ha dato il via libera alla creazione di depositi dei rifiuti radioattivi: sono coinvolte almeno sette regioni.
Le zone individuate per lo smaltimento dal Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) a livello nazionale si trovano in Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
In particolare, sono quattro le aree dell’Isola considerate potenzialmente idonee: Trapani, Calatafimi-Segesta, l’area tra Castellana Sicula e Petralia Sottana e, infine, Butera.
Lo smaltimento di questi rifiuti è coordinato dalla Sogin, società statale che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei loro inerti. Attualmente i rifiuti radioattivi vengono stoccati in stabilimenti non idonei a tempo determinato e non definitivo, poiché sono dei siti non idonei per le scorie.
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“È il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin – ha dichiarato il Cnapi – in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin (Ispettorato per la sicurezza nazionale e la radioprotezione), che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse“.