Dilaga la protesta dei medici specializzandi dopo due episodi "discriminatori" che hanno visto la cancellazione di ben 200 prenotazioni per la somministrazione del vaccino. Le aziende ospedaliere coinvolte hanno fatto sapere loro che potranno accedere alla vaccinazione solo dopo la prenotazione dei dipendenti.
In fondo alla lista delle priorità i medici specializzandi occupati negli ospedali, per quanto riguarda le vaccinazioni contro il Covid-19. A denunciarlo, negli ultimi giorni, l’associazione “Chi si cura di te?” attraverso dei post Facebook.
L’associazione, nata in difesa dei diritti e delle tutele di specializzandi, camici grigi, medici di medicina generale in formazione, segnala, in particolare, due episodi, verificatisi rispettivamente a Monza e Ancona. L’ospedale di Torrette, ad Ancona, aveva cancellato 200 vaccinazioni anti-covid prenotate dai medici specializzandi, “prenotazione regolarmente effettuata sul portale dell’ospedale”, si legge su Facebook. Per un errore di carattere tecnico, è stato loro spiegato, non è stato possibile avvertirli che potranno procedere con la prenotazione solo dopo i dipendenti dell’Azienda di ruolo sanitario in assistenza.
“Successivamente alla cancellazione delle prenotazioni dei medici specializzandi – continua l’associazione – è stata inviata una mail personale strutturato in cui si avvisava della disponibilità di circa 200 ulteriori posti per la prenotazione del vaccino”. Episodio analogo in Lombardia, qui l’Azienda socio sanitaria territoriale Monza e l’Ospedale San Gerardo di Monza hanno disposto che il personale non dipendente, fra cui i medici specializzandi, potranno prenotare il vaccino solo dopo il personale dipendente.
Una selezione basata sull’inquadramento contrattuale è stata ritenuta “assolutamente discriminatoria e, inoltre, non rispecchia il reale rischio cui sono esposti gli operatori sanitari. Ancora più incredibilmente, tale decisione segue di poco l’approvazione della legge di bilancio che prevede che i medici specializzandi potranno essere reclutati come vaccinatori ricevendo in ‘compenso’ solo 4 crediti formativi universitari, a differenza del restante personale che invece sarà giustamente retribuito”.
L’associazione si è, dunque, subito mobilitata per chiedere l’immediato ritiro delle disposizioni. Di fronte alle proteste degli specializzandi, si è attivato Filippo Saltamartini, assessore alla sanità delle Marche, che, appena due giorni fa, ha convocato un tavolo con tutti i vertici della sanità regionale, imponendo una direttiva unica per tutti: “Quanto accaduto ad Ancona è una incongruenza. Anche se gli specializzandi non sono dipendenti, restano medici che lavorano in prima linea nella lotta al Coronavirus. Serve agire con buon senso e allora, anche se non fanno parte del personale, sono a tutti gli effetti parte dell’organico sanitario. I medici specializzandi vanno vaccinati subito perché, come gli altri, sono a diretto contatto con i pazienti. Altrimenti, rischiano di essere vettore della malattia”.
“Alle nostre richieste di confronto su questo tema – prosegue l’associazione – i ministri Speranza e Manfredi hanno ripetutamente risposto facendo appello alla nostra buona volontà per contribuire alla campagna vaccinale. Noi facciamo appello al loro ruolo perché intervengano a sanare queste situazioni di chiara discriminazione“. I membri dell’associazioni stanno dunque combattendo affinché la distribuzione del vaccino si basi sul reale rischio di esposizione al contagio e non su mere differenze contrattuali, al fine di non essere più considerati dei “medici di serie B”.
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