Il Castello di Milazzo non testimonierebbe soltanto la magnificenza della storia e del patrimonio culturale del luogo, ma sarebbe anche il teatro di misteriose e inquietanti apparizioni.
Baciato da un mare cristallino e abbarbicato su un promontorio che si protende verso un panorama mozzafiato, il Castello di Milazzo, in provincia di Messina, rappresenta un magnifico gioiello di architettura, storia e paesaggio. Custode di secoli di storia, costituisce la più estesa cittadella fortificata della Sicilia e preserva tra le sue mura un patrimonio culturale inestimabile.
Il Castello di Milazzo, tuttavia, non è semplice vessillo del bagaglio culturale dell’omonimo comune siciliano, essendo anche teatro di misteriose e inquietanti leggende riguardanti le presunte apparizioni di spettrali entità. Si narra, infatti, che le anime inquiete di tutti coloro che al suo interno sono stati torturati e uccisi continuino ad abitare questo luogo, facendo visita ogni tanto a degli sfortunati avventori. Tra i fantasmi più famosi ed enigmatici del Castello di Milazzo vi è quello di una suora, la quale, stando ai racconti popolari, sarebbe stata costretta a prendere i voti e murata viva all’interno della fortezza.
Leggenda vuole che una strana figura, avvolta da un lungo mantello nero atto a coprirne i capelli, appaia nelle notti, ammantando di una pervasiva inquietudine l’atmosfera di Capo Milazzo. Stando alle voci, si tratterebbe dello spirito inquieto e tormentato di una povera ragazza, costretta a indossare l’abito talare e a rinchiudersi per sempre in clausura.
Pare che la giovane donna fosse la figlia di un ricco signore messinese e che fosse vissuta intorno al Seicento. La fanciulla, innamoratasi di un soldato straniero, venne colta un giorno intenta ad amoreggiare con l’amato e, proprio per questa ragione, fu costretta dalla famiglia a farsi suora.
La vita ecclesiale, tuttavia, rappresentava quanto di più lontano dai desideri della ragazza, la quale, pure in clausura, non rinunciò al suo amore, che volle vivere anche a costo di infrangere tutte le regole.
Non a caso, infatti, un giorno fu beccata a rompere la clausura per incontrare il suo devoto soldato. La punizione, tuttavia, fu questa volta ben più esemplare e definitiva. La donna venne murata viva nel baluardo del Monastero delle Benedettine, che, al tempo, occupava appunto una parte del Castello di Milazzo. Il destino della disgraziata fanciulla era ormai segnato, la morte per stenti sopraggiunse lenta ma implacabile a metter fine a una vita di prigionia e mai davvero libera di essere vissuta.
Nel 1734 le monache benedettine lasciarono per sempre il Castello di Milazzo, trasferendosi in un nuovo convento sito all’esterno delle mura della cittadella. Stando alla leggenda, però, non tutte le suore abbandonarono quel luogo, bensì una rimase lì in eterno, testimone della crudeltà umana e, forse, in imperitura attesa del ritorno del suo amato.
Si vocifera, infatti, che la povera suora murata viva aleggi ancora tra quelle mura e che, nelle notti di Luna a marzo, si possa intravedere la sua figura in processione tra strazianti lamenti e accompagnata dalle anime tormentate di altri uomini morti nel castello e seppelliti nel vicino cimitero. Alcuni narrano, infine, di averla persino incontrata, passeggiando alla luce della luna, e di averla sentita rivolgere un gentile saluto.
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