Attualmente le misure prese per far fronte all'evolversi della curva epidemiologica appartengono allo scenario tre. Ma se il picco dovesse continuare non si esclude il lockdown.
Gli esperti cominciano a pensare quale sarà la situazione prospettata dopo il 24 novembre, data in cui scadrà il nuovo Dpcm. Il premier Giuseppe Conte ha risposto così alle domande che gli sono state sottoposte in Parlamento: “Nel mese di ottobre abbiamo visto un progressivo aumento dei nuovi casi giornalieri: il governo nell’ultimo Dpcm si è attenuto allo scenario previsto da uno studio dell’Iss e dal ministero della Salute“. Quella che stiamo vivendo, una nuova fase i cui contagi aumentano in maniera esponenziale giorno dopo giorno, è stata denominata come “scenario tre”.
Dopo la decisione del premier di chiudere ristoranti, bar e pizzerie dopo le 18.00 e la chiusura forzata di palestre e piscine, da nord a sud non cessano le manifestazioni di piccoli e medi imprenditori che temono di dover chiudere la propria attività per sempre. In questi giorni si è parlato molto anche delle misure economiche che verranno adottate per chi non potrà aprire per decreto. “Siamo pienamente consapevoli che si tratta di misure severe – ha commentato Giuseppe Conte -, ma le riteniamo necessarie per contenere i contagi. Diversamente la curva epidemiologica è destinata a sfuggirci di mano“.
Nella nuova fase epidemiologica c’è un evidente problema nel tracciare i positivi. Il lavoro che doveva fare l’app Immuni viene fatto dalle Asp e dagli ospedali, che già si trovano in difficoltà per l’incessante numero di ricoverati. Anche il fallimento di Immuni, dunque, dovuto alle numerose critiche sulla privacy, sta contribuendo al collasso del sistema sanitario nazionale.
Cosa bisogna aspettarsi dal prossimo mese? L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ha fatto il punto della situazione in un intervento alla trasmissione televisiva Agorà di Rai Tre. Secondo l’esperto, infatti, lo scenario tre è in netto peggioramento per via dell’aumento giornaliero di contagi, ma soprattutto delle cifre di positivi, che crescono anche di 10mila al giorno. “I provvedimenti già adottati – ha dichiarato l’infettivologo -, anche loro assai discussi e combattuti sia da una parte politica sia da una parte dell’opinione pubblica, rischiano di non arrivare a fermare almeno in modo accettabile questo fenomeno“.
Francia e Germania nelle scorse ore hanno annunciato di dover ricorrere al lockdown che entrerà in vigore rispettivamente dal 30 ottobre e dal 2 novembre. Il lockdown, dunque, sembra configurarsi come una realtà con cui l’Europa dovrà fare i conti un’altra volta e abituarsi nel corso del tempo. Il dott. Galli nel suo intervento non ha escluso che la soluzione futura potrà essere simile a quella dei due Paesi europei: “L’intero sistema sanitario è coinvolto al punto da fare molta fatica a rispondere a qualsiasi altra necessità dei cittadini dal punto di vista della salute. E questo è l’aspetto che io trovo uno dei più angoscianti e preoccupanti. E significa che probabilmente andiamo verso una soluzione vicina a quella della Francia. Ricordiamoci che li abbiamo esattamente avanti a noi, anche se di poco“.
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