In appena dieci giornate sono state registrate oltre tremila domande per soli 35 posti disponibili nel nuovo punto vendita McDonald's in apertura nel catanese. In prevalenza studenti, precari e commesse tra i contendenti.
Nei giorni scorsi è stata annunciata dalla società Etnafood Srl, compagnia dedita all’apertura, alla promozione e alla gestione del marchio McDonald’s in territorio siciliano e calabrese, l’inaugurazione di un nuovo punto vendita McDonald’s a Giarre, cittadina della città metropolitana di Catania. La sede sarà collocata in una zona strategia per il traffico a ridosso della rotatoria di via Luminaria, in via Strada 8, ed è prevista nel progetto anche l’installazione di un Mc Drive.
La compagnia si mostra già alla ricerca di dipendenti, mentre è impegnata a portare finalmente a compimento i lavori edilizi necessari all’effettiva apertura del punto vendita. Le candidature già fruibili hanno immediatamente attirato l’attenzione di numerosi siciliani in cerca di un impiego, di quel “privilegio” oggi rappresentato da uno stipendio fisso che permetta di sfuggire ad occupazioni sottopagate, precarie o persino al lavoro in nero. Sono, infatti, in prevalenza studenti, precari e commesse i contendenti, tutti in cerca di una propria emancipazione economica dai genitori, nel caso degli studenti, da lavori con scarsissima retribuzione o occupazioni transitorie e irregolari.
Dai primi dati raccolti in merito, emerge però una gigantesca sproporzione tra il numero effettivo di figure professionali ricercate dal colosso del fast food e le domande che sono state già pervenute: oltre tremila le candidature a fronte di soltanto 35 posti disponibili, tra posizioni d’ufficio e ristorazione effettiva.
Le tremila domande, pervenute in appena dieci giornate, sono state passate al setaccio, operando una prima scrematura basata su quanto riportato nei curriculum vitae; sono partiti, infine, i colloqui con i candidati per la stipula di contratti part-time che prevedono uno stipendio stimato di circa 800 euro al mese.
Si sta dunque svolgendo una vera e propria corsa ai posti di lavoro disponibili, indice sicuramente di un generale panorama professionale fiaccato da precarietà, irregolarità e anche dal recente passato che ha assistito alla scomparsa di numerose posizioni lavorative per via del necessario lockdown.
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