L'indice di contagio Rt in Italia sale e supera di poco l'1. Per il virologo Giovanni Rezza il numero di casi è stabile, ma bisogna mantenere la prudenza.
L’indice di contagio Rt relativo al Coronavirus in Italia torna a salire. La media nazionale aggiornata a ieri è dell’1,01, superiore alla cifra di allerta indicata dagli esperti. È la prima volta dalla fine della quarantena che in Italia si registra un indice di contagio superiore a 1, ma su questo pesano soprattutto sei regioni italiane, tutte con l’indice superiore alla media, mentre nelle restanti i valori sarebbero molto più bassi. Inoltre, l’indice Rt è solo uno dei ventuno fattori che vengono considerati per monitorare l’andamento della pandemia.
Questi i dati delle singole regioni rilevati dal 6 al 12 luglio, confrontati con il precedente rapporto dell’Istituto superiore di sanità risalente alla scorsa settimana. Il Veneto è a 1,61 (era a 1,20), la Toscana a 1,24 (era 1,12), il Lazio a 1,23 (era 1,07), la Lombardia a 1,14 (era 0,92), l’Emilia Romagna a 1,06 (era 1,20) e il Piemonte, sempre a 1,06 (era uguale, a 1,06). Segue la Campania a 0,93 (era 0,88), la Liguria a 0,78 (era 0,82), il Friuli Venezia Giulia a 0,77 (era 0,64), le Marche a 0,63 (era 0,87). Poi ci sono la Sicilia a 0,43 (era 0,24), l’Umbria a 0,39 (era 0,56) e la Sardegna a 0,32 (era 0,19). Segue Trento a 0,25 (era 0,51), l’Abruzzo a 0,21 (era 0,72), la Valle d’Aosta a 0,19 (era 0,06), Bolzano a 0,14 (era 0,33), la Calabria a 0,13 (era 0,38). In coda per contagi la Puglia a 0,07 (era 0,54), il Molise a 0,05 (era 0,21) e la Basilicata a 0,02 (era a zero).
L’indice di contagio potrebbe destare qualche allarme di troppo e per questo, nel consueto commento ai dati, il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza spiega il perché di questo aumento. “Il numero di casi rispetto alla scorsa settimana è più o meno stabile con un Rt di 1,01 – afferma in un videomessaggio -.Ciò è dovuto alla presenza di focolai di dimensioni più o meno rilevanti spesso dovuti a casi importati dall’estero. Ne consegue – ha sottolineato l’esperto – la necessità di continuare a mantenere i comportamenti ispirati alla prudenza. Da parte sua la sanità pubblica deve intervenire rapidamente per individuare eventuali focolai e metterli sotto controllo rapidamente”. Malgrado l’aumento, dunque, la situazione rimarrebbe a bassa criticità.
Come si legge sullo stesso sito dell’Iss, un parametro importante in un’epidemia di una malattia infettiva è il cosiddetto R0 ovvero il “numero di riproduzione di base” che rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente. Questo parametro misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.
In altre parole se l’R0 di una malattia infettiva è circa 2, significa che in media un singolo malato infetterà due persone. Quanto maggiore è il valore di R0 e tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’epidemia. Se invece il valore di R0 fosse inferiore ad 1 ciò significa che l’epidemia può essere contenuta.
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