Grazie al Rapporto annuale di Almalaurea presentato a giugno del 2020, è stato possibile elaborare un'analisi sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati presso il Dipartimento di Economia ed Impresa dell'Università degli studi di Catania. Ecco le loro caratteristiche.
Dalla XXII Indagine Almalaurea, presentata a giugno del 2020, è emerso che nel 2019 il numero di laureati presso il Dipartimento di Economia ed Impresa dell’Università degli studi di Catania è di 800. Di questi, 557 hanno conseguito la laurea di primo livello e 243, invece, hanno completato un corso di laurea magistrale biennale. Si tratta di un numero in netto calo rispetto all’indagine del 2019, che riportava un numero di laureati pari a 919. Non vi sono significative disparità in termini di genere.Tra i 591 intervistati, infatti, gli uomini rappresentano il 52,1% mentre le donne il 47,9%.
Gli studenti del dipartimento di Economia ed Impresa hanno, in media, 25 anni quando conseguono la laurea triennale, mentre è a quasi 28 che completano il percorso universitario con la laurea magistrale biennale.
Il voto di laurea è rimasto stabile rispetto all’indagine condotta nel 2019: alla triennale, infatti, la media del voto di laurea è di 94,9, mentre alla magistrale la media del voto si alza arrivando a 104,6 su 110. Con riferimento alla durata degli studi, è emerso che gli studenti tendono a completare il percorso di laurea triennale in media in 5,5 anni. Il percorso di laurea magistrale, invece, registra un indice di ritardo minore con una durata media del percorso di studi di quasi 3 anni.
Per quanto riguarda il percorso intrapreso dagli studenti successivamente al conseguimento del titolo è emerso che quasi il 41% degli intervistati ha deciso di partecipare ad almeno un’attività di formazione post laurea. In particolare, è al completamento della laurea magistrale e, quindi, alla conclusione del percorso universitario, che la percentuale di partecipazione a tirocini, stage, master e specializzazioni aumenta. Si registra, infatti, una percentuale di partecipazione a queste attività del 65% tra i laureati magistrali e solo del 31,8% tra i laureati di primo livello. In generale, le tipologie di formazione post-laurea più scelte dai laureati di entrambi i livelli sono lo stage in azienda e il tirocinio/praticantato, i quali nella media generale registrano una percentuale rispettivamente del 20,1% e del 11,3%.
In generale, la condizione occupazionale degli studenti del Dipartimento di Economia risulta essere positiva. Si registra, infatti, un tasso di occupazione del 43%. Questo dato è incoraggiante se confrontato con il tasso di disoccupazione che è, invece, del 22.8%. Non vi è una sostanziale disparità tra i generi: gli uomini che lavorano sono il 33,1%, mentre le donne il 35,7%.
Nello specifico, è emerso che lavora il 26,7% dei laureati di primo livello e il 55% dei laureati magistrali. Invece, si registra, in media, una percentuale del 22,8% di coloro che ancora non lavorano ma sono in cerca di un’occupazione. Il numero di coloro che, al contrario, non lavorano e non cercano risulta essere più alto tra i laureati di primo livello rispetto ai laureati magistrali: le percentuali sono rispettivamente del 52,2% e del 17,5%. Tra coloro che non lavorano e non cercano, però, circa il 38% è impegnato in un corso universitario e/o praticantato.
I non occupati alla ricerca di un impiego tra gli intervistati sono 135. I non occupati che non cercano lavoro sono, invece, 253. Tra questi, il 93,3 % non cerca lavoro perché impegnato nello studio e il 4,3% perché è in attesa di chiamata dal datore di lavoro oppure è in attesa di avviare un’attività in conto proprio.
Dai dati risulta che i laureati, dal giorno della laurea, impiegano circa 5 mesi per ottenere un impiego.
Tra i laureati di primo livello il 28,3% svolge professioni esecutive nel lavoro d’ufficio, il 24,8% svolge professioni tecniche e il 18,6% svolge una professione intellettuale e di elevata professionalizzazione. Tra i laureati magistrali, invece, gli impieghi più diffusi sono quelli nelle professioni intellettuali, che registrano una percentuale del 34,5%, seguite dalle professioni tecniche, che registrano una percentuale del 28,7%. Solo il 5,5% in media, invece, ha un lavoro da imprenditore, legislatore o nell’alta dirigenza.
Il contratto a tempo indeterminato riguarda il 29,6% dei laureati impiegati, mentre è più alta la percentuale di impiegati con contratti non standard cioè contratti a tempo determinato, lavoro a chiamata, eccetera: si tratta del 36,5% tra i laureati di primo livello e del 30,7% tra i laureati magistrali.
Il 90,1% dei laureati ha trovato un impiego nel settore privato, mentre solo 7,4% lavora nel pubblico.
Il ramo economico che registra il maggior numero di impiegati è quello dei servizi. Infatti, l’86,2% dei laureati lavora nel campo dei servizi, il 10,3% lavora nel settore industriale e solo 1,5% lavora nell’agricoltura, dato in calo rispetto all’anno precedente, dove si registrava il 4,3% di impiegati nel settore primario.
Con riferimento all’area geografica dell’impiego, il 69% degli laureati intervistati lavora nelle Isole, il 15,3% nel Nord Ovest e soltanto il 3% lavora all’estero.
La retribuzione mensile netta è in media di 1.116 euro. In questo caso, però, si registra una disparità tra i generi: le donne, infatti, guadagnano in media 1.029 euro al mese mentre gli uomini ne guadagnano in media 1.199. Inoltre, si osserva che la retribuzione tende ad essere più alta per i laureati magistrali rispetto ai laureati di primo livello.
La soddisfazione per il lavoro svolto in una scala da 1 a 10 ha raggiunto il punteggio di 7,4. I laureati,quindi, si ritengono abbastanza soddisfatti del lavoro che svolgono e il 41,8% sostiene che la laurea in Economia sia abbastanza efficace nel mondo del lavoro.
Il 44,1% di coloro che hanno proseguito il lavoro cominciato prima della laurea hanno notato un miglioramento nel loro lavoro, dovuto proprio al conseguimento del titolo. Per il 46,7% questo miglioramento riguarda le competenze professionali possedute, mentre per il 40% si tratta di un miglioramento nella posizione lavorativa. Tuttavia, il 49,3% degli intervistati ha rivelato che laurea non è richiesta per il lavoro che svolgono ma che essa, comunque, si è rivelata utile. Il 25,1% ritiene, invece, che anche se non è richiesta, la laurea in Economia è comunque necessaria per il lavoro che stanno svolgendo. Il 15,8%, infine, dichiara che la laurea non è né richiesta né utile nel loro lavoro
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