Come fare in modo che gli studenti tornino a iscriversi ai nostri atenei dopo un così complesso periodo? Ecco le misure a cui i vertici pensano e che andranno finanziate attraverso i 165 milioni previsti dal Decreto Rilancio.
In questi ultimi giorni, un report Svimez relativo alla prevista riduzione di iscrizioni agli atenei di tutta Italia (ed in particolare a quelli del Mezzogiorno), aveva destato non poche preoccupazioni a causa delle previsioni preoccupanti relative al calo degli iscritti. Oggi, si pensa a misure volte a limitare la portata di questo problema. Come?
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore, si penserebbe, in primo luogo, all’innalzamento della no tax area dagli attuali 13mila ai 20mila euro di Isee. Coloro che, invece, presentano un valore compreso tra i 20 e i 30mila, potranno ottenere uno sconto che oscillerebbe tra il 10 all’80%: il valore dipenderà dallo stesso reddito.
Grazie a ben 50 dei 165 milioni previsti dal Decreto Rilancio, dunque, si tenterebbe di modificare la soglia dell’esenzione e, conseguentemente, di sostenere economicamente un maggior numero di studenti.
Secondo quanto fissato in un decreto inviato alla Conferenza dei rettori (Crui) per il parere di rito dallo stesso Gaetano Manfredi, ministro dell’Università, altri 65 milioni verranno utilizzati per ridurre le tasse al di sopra della no tax area attraverso i già citati “sconti” sul cosiddetto “contributo omnicomprensivo annuale”.
La riduzione sarebbe pari:
A cosa serviranno i restanti 50 milioni messi a disposizione? Secondo le ultime indiscrezioni, attraverso la somma in questione, verrà finanziato anche un terzo tipo di aiuto che sceglieranno le singole università. Tra le tre opzioni individuate dal Dm spedito alla Crui spicca, per esempio, l’esonero totale per i nuclei familiari particolarmente colpiti dalla crisi o quello parziale per altre categorie di studenti.
Il Sole 24 ore indica, inoltre, che ulteriori 40 milioni potrebbero essere stanziati sul Fondo integrativo statale (Fis) per le borse di studio. Le Regioni, nel frattempo chiederebbero di modificare i criteri di reparto per il 2020/22 ( innalzarlo, in particolare, all’85% sui fabbisogni finanziari e al 15% di quota premiale rispetto al 75-25 proposto dal ministero): solo così, forse, sarà possibile arginare il fenomeno degli idonei senza borsa di studio, purtroppo assai diffuso.
Gli assessori regionali all’Istruzione hanno avanzato diverse richieste: tra queste, anche quella di cambiare il parametro per il requisito di studente “fuorisede” (che dà diritto a un diverso sussidio) 1er l’anno accademico in corso, oltre che per il prossimo. In particolare, si punta a portare da dieci a quattro mesi la permanenza in un’altra città.
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