Università: a Palermo e Messina si dà avvio alla Fase 3, con lauree di presenza e lezioni a didattica mista a settembre. Aggiornamenti anche per quanto riguarda l'ateneo di Catania.
Le università di Messina e Palermo danno ufficialmente il via alla Fase 3, con l’inizio delle lauree in presenza e la decisione di stabilire modalità di didattica mista, con lezioni in sede e online, a partire da settembre, con l’avvio dell’anno accademico 2020/2021. Le decisioni seguono la riunione del CRUS, il Comitato Regionale delle Università Siciliane, tenutasi a inizio settimana, lunedì 15 giugno, con al centro le modalità di conclusione del semestre attuale e quelle di avvio del prossimo anno.
Entrambi gli atenei siciliani, secondo le indicazioni delle autorità competenti, d’intesa con il CRUS e a seguito delle riunioni con Senato e Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, hanno stabilito le modalità in vigore all’università a partire da luglio. A partire dal prossimo mese, quindi, sia le lauree che le attività di tirocinio e laboratorio riprenderanno in presenza, nel rispetto della normativa di sicurezza vigente per prevenire la diffusione del contagio.
In particolare, le sedute di lauree, come anticipato lunedì, si svolgeranno con al massimo 5 accompagnatori per ogni studente, in aule di capienza sufficiente e in cui viene garantita la sanificazione dei locali. “La discussione della tesi rappresenta il momento conclusivo non solo di un percorso di studi, ma di una fase della vita di crescita culturale ed umana, ha quindi un valore simbolico importantissimo”, dichiara al riguardo il rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari.
In merito alla ripresa delle lezioni a settembre, queste le modalità descritte dal rettore palermitano, che parla di sistema misto: “contiamo di effettuare in presenza le lezioni dei corsi di laurea con un numero di iscritti più contenuto, ragionevolmente le lauree magistrali per le quali l’elevato contenuto pratico e professionalizzante rende ancora più importante l’insegnamento in presenza. Anche questi corsi saranno comunque erogati anche in modalità online, in modo da favorire la frequenza degli studenti stranieri e fuorisede.
Proseguiranno invece in remoto le lezioni dei corsi con un maggior numero di iscritti, che però svolgeranno in presenza, suddivisi in gruppi, le esercitazioni e le attività di laboratorio”. Inoltre, anche l’Università di Messina, come già quella di Palermo, adotterà modalità di esame di profitto in presenza, mantenendo la possibilità per gli studenti che lo preferissero o che fossero impossibilitati a raggiungere la sede di scegliere la modalità telematica.
Per quanto riguarda l’Università di Catania, si attendono ancora comunicazioni ufficiali da parte dell’ateneo. Tuttavia, sono già in programma degli incontri preparatori nel corso dei quali è probabile che verranno definite le modalità scelte da Unict in merito al proseguimento di lezioni, lauree, esami e ripresa di tirocini e laboratori.
Nello specifico, tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima è prevista una riunione fra i direttori dei Dipartimenti dell’ateneo di Catania e il rettore Francesco Priolo. Successivamente avverrà l’incontro con i rappresentanti del Senato Accademico, con i quali si discuterà delle modalità di prosecuzione dell’anno accademico e delle linee guida stabilite nel corso della riunione del CRUS. Tuttavia, essendo l’individuazione di un orientamento comune tra gli atenei siciliani una delle finalità dell’incontro tra rettori e rappresentanti lunedì scorso, l’impressione è che anche l’Università di Catania potrebbe presto adeguarsi alle misure già intraprese dagli atenei di Palermo e Messina.
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