L'ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si occuperà di aiutare la Regione Siciliana a gestire il flusso dei turisti, in modo da garantire gli arrivi ma in maniera sicura.
Le indiscrezioni erano circolate negli scorsi giorni e per il momento non c’è ancora una conferma ufficiale, ma Guido Bertolaso potrebbe diventare il nuovo commissario per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, dopo l’inchiesta che ha fatto crollare il precedente manager Antonio Candela. Bertolaso si è recato nell’Isola a seguito dell’invito ricevuto dal presidente Nello Musumeci in data 20 maggio, così come pubblicato sul proprio profilo Facebook, ma finora dalla Regione le indiscrezioni sono state poche e l’ex capo della Protezione Civile è stato avvistato in Sicilia solo tre giorni fa.
Negli scorsi giorni, Claudio Fava, presidente della commissione anti-mafia, si era lamentato pubblicamente del fatto che le regole severe che disciplinano l’ingresso in Sicilia valgono per tutti, e quindi, in teoria, anche per Bertolaso. La polemica è stata subito stroncata dall’assessore alla Salute Ruggero Razza: “Mi spiace che Fava abbia preso un abbaglio. L’ordinanza specifica con chiarezza quali categorie di soggetti non sono sottoposti alla quarantena: tra questi rientrano coloro che si trovano in Sicilia per ragioni di lavoro. Per ora punto”. Affermazioni, quindi, che confermano la collaborazione con la Regione Siciliana.
A dire qualcosa in più è stato lo stesso Bertolaso, intervistato dall’Ansa. “In Italia se non si polemizza, non si riesce a dormire la notte”, ha detto inizialmente, specificando poi la ragione per cui si trova in Sicilia: “Studiare il modo migliore per consentire ai turisti di venire qui tranquilli e sicuri e ai siciliani di evitare di essere contaminati. Quindi – ha proseguito – sto dando una piccola mano a gestire questa situazione e ho rifiutato vitto e alloggio preferendo starmene sulla mia barchetta (ormeggiata a Trapani) facendo anche risparmiare qualche euro al contribuente siciliano”.
Del resto, Guido Bertolaso e Musumeci sono, come si suol dire, “conoscenti di vecchia data”. I due, infatti, si stimano dai tempi dell’eruzione dell’Etna e del terremoto di Santa Venerina, avvenuti nel 2002. Si attendono, quindi, le conferme definitive del Presidente della Regione,
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