L'indice di contagi Rt nelle regioni italiane conferma i dati bassi in tutta Italia. Per il presidente Iss non ci sono sovraccarichi sul sistema sanitario nazionale, ma l'indice non può essere utilizzato per stabilire gli spostamenti tra regioni.
L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato nella giornata di ieri i nuovi indici di contagio Rt a Fase 2 già iniziata. Dai dati del rapporto Iss, emerge che tutte le regioni italiane, fatta eccezione per la Val d’Aosta, presentano un indice inferiore a 1. Nella regione transalpina, infatti, l’indice è di 1,06, ma si tratta di un caso isolato, a cui i dirigenti regionali hanno replicato affermando che “negli ultimi dieci giorni l’indice Rt in Valle d’Aosta è tra 0.5 e 0.6”. L’indice in Sicilia, invece, è dello 0,69. Un netto miglioramento rispetto a pochi giorni fa, quando era, secondo i dati Iss, il più alto in Italia.
Questi, quindi, gli indici Rt in tutte le regioni italiane e nelle province autonome: Abruzzo 0,86, Basilicata 0,63, Calabria 0,17, Emilia-Romagna 0,49, Campania 0,45, Friuli Venezia Giulia 0,63, Lazio 0,71, Liguria 0,52, Lombardia 0,51, Marche 0,48, Molise 0,51, Piemonte 0,39, Bolzano 0,45, Trento 0,77, Puglia 0,56, Sardegna 0,27, Sicilia 0,69, Toscana 0,59, Umbria 0,53, Valle d’Aosta 1,06, Veneto 0,56.
I dati dunque rispecchiano il trend in calata a livello nazionale. “Non ci sono novità sulla curva epidemica, non si registrano variazioni significative. La curva è in calo. Non è una pagella, ma uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa succede e va letto con altri dati”, ha dichiarato Silvio Brusaferro, che ha presentato il bollettino settimanale sulla pandemia nella giornata di ieri.
Brusaferro ha poi commentato il dato positivo delle terapie intensive in calo, mentre sugli asintomatici in aumento ha evidenziato il fatto che le regioni si stiano attrezzando per effettuare più test e individuare quindi anche chi non presenta sintomi. “L’Italia è a più velocità – ha commentato il presidente dell’Iss –, ma non abbiamo segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, sia per quanto riguarda le terapia intensive sia per quanto riguarda i reparti. L’obiettivo è evitare la ripartenza di curve epidemiche, sapendo che ci potranno essere degli episodi di ricrescita dei casi nei territori”.
A tal proposito, Brusaferro si è poi congratulato con le regioni per l’amministrazione e la gestione del contagio: “I dati che oggi abbiamo sono dati buoni, ma sono dati che ci danno la garanzia della capacità delle regioni di intervenire. In questo momento serve la collaborazione di tutti”.
Fermo restando che i dati oscillano, malgrado il trend generale sia positivo, il presidente dell’Iss ritiene che non sia il caso di utilizzare l’indice Rt come “semaforo verde” per autorizzare gli spostamenti tra regioni. L’indice di contagi, infatti, “cambia su base settimanale e lo escluderei come criterio al riguardo per gli spostamenti. Ma sono importanti anche le modalità di movimento, cioè come ci si sposta”.
Tuttavia, una risposta importante viene data sul fronte del via libera agli spostamenti. “La mobilità tra le Regioni va affrontata con un numero di nuovi casi ancora più ridotto rispetto a quello che abbiamo”, commenta. Da qui a inizio giugno, la speranza comune, dunque, è quella che i numeri continuino a calare, autorizzando di fatto alla riapertura dei confini regionali.
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