Il reddito d'emergenza riguarderà anche i lavoratori in nero. Ecco come funzionerà e chi potrà richiederlo nelle anticipazioni fornite dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.
L’emergenza socio-economica sta mettendo in ginocchio l’intero Paese, costretto a contrastare non soltanto la crisi sanitaria ma anche il pericolo, sempre più concreto, di una recessione economica. Sono diversi gli aiuti finanziari già stanziati dal Governo a sostegno dei lavoratori regolari e delle partite Iva, che potranno godere del bonus da 600 euro, dei prestiti agevolati alle imprese e delle casse integrazione. Ma in un simile contesto, che fine fanno i lavoratori irregolari, vale a dire i dipendenti in nero che non usufruiscono di alcun sussidio statale? Per rispondere a questa domanda il governo sta provando a mettere in campo un nuovo strumento: il reddito d’emergenza.
L’idea del reddito d’emergenza deriva proprio dall’esigenza di tener conto di quei milioni di italiani, che, fino all’inizio dell’epidemia, svolgevano lavori senza regolare contratto. Il lavoro in nero, purtroppo, riguarda ancora una parte considerevole dell’economia italiana. A lockdown dichiarato, milioni di dipendenti in nero si sono ritrovati senza lavoro e, quindi, senza un’entrata per mantenere le proprie famiglie. La manovra è ancora allo studio, ma diverse anticipazioni sono state fornite dalla stessa ministra Catalfo nel corso di una intervista a Fanpage pubblicata sulla propria pagina Facebook.
Il Reddito d’emergenza, quindi, andrà a riguardare i lavoratori in nero che non dispongono di alcun sussidio preesistente (reddito di cittadinanza e altri) e tutte quelle persone che non rientrano negli aiuti già messi in campo dal Governo. “C’è una parte di cittadini – ha dichiarato Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro – che al momento non gode di alcun sostegno economico. Dovrebbero essere circa tre milioni e per queste persone sarà previsto il reddito d’emergenza, che le aiuterà in questo periodo di crisi“.
Il sussidio potrebbe variare da un minimo di 4oo a un massimo di 800 euro e sarà erogato solo per qualche mese, quindi non diventerà un assegno fisso come per il reddito di cittadinanza. Il tetto massimo, chiaramente, varierà in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Ricapitolando, quindi, i beneficiari del nuovo sostegno finanziato previsto dal Governo dovrebbero essere: lavoratori in nero, colf, badanti, baby sitter, lavoratori stagionali, precari. Alla misura, inoltre, potranno avere accesso tutti coloro che, per differenti ragioni, non riescono ad accedere al reddito di cittadinanza.
Le tempistiche del nuovo sussidio non sono ancora chiare. Infatti, la misura sarebbe dovuta essere contenuta nel decreto di aprile, ma è molto più probabile che essa slitti a maggio. Si sta, infatti, valutando in questi giorni la platea dei beneficiari, mentre lo stanziamento di fondi si dovrebbe aggirare intorno ai tre miliardi di euro.
Si sta discutendo, inoltre, sulle modalità con cui richiedere il sussidio. L’ipotesi più probabile è quella dell’autocertificazione, con cui i richiedenti dovranno attestare il reale stato di necessità. I controlli, quindi, dovrebbero avvenire in seguito, così da accelerare le procedure di erogazione del sostegno.
In quanto al versamento delle somme spettanti, invece, sono al vaglio due alternative. La prima riguarda la possibilità di impiegare una carta, analoga a quella del reddito di cittadinanza, attraverso la quale sarebbe anche possibile tracciare le spese effettuate dai beneficiari. La seconda ipotesi, al contrario, è quella di versare l’importo direttamente sui conti correnti, anche se esiste l’eventualità che non tutti ne posseggano uno.
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