L’ora legale sancisce definitivamente l’arrivo della primavera e, con essa, l’allungarsi delle giornate: da domenica infatti farà buio un’ora più tardi. Si tratta del maggior vantaggio, forse l’unico, di questa introduzione. Ma accanto a questo vantaggio, c’è anche un evidente e più immediato svantaggio. Essa toglie un’ora al nostro riposo: un aspetto poco gradito a chi s’impegna a mantenere equilibrato il ritmo sonno-veglia. Sebbene sia stata introdotta ragionando in termini di risparmio d’energia, per molti il cambio d’ora si traduce in fatica, stress e affaticamento. In una parola: malessere. Da diversi studi condotti, pare infatti che, spostare le lancette avanti o indietro di un’ora, contribuisca a turbare l’equilibrio psico-fisico delle persone.
1. Dormire male: l’ora legale turba il ritmo sonno – veglia per un periodo, detto di transizione, più lungo di quanto si possa immaginare. Come ha anche evidenziato uno studio su Neuroscience Letters – riportato da Focus -, l’ora legale porta le persone a dormire meno e ad avere il sonno più disturbato.
2. Addio alla concentrazione: Meno sonno, o sonno disturbato, significa anche perdita di concentrazione e di produttività al lavoro. Uno studio sul Journal of Applied Psychology del 2012 ha rivelato che con il nuovo orario c’è un aumento “drammatico” della quantità di tempo che le persone perdono a focalizzarsi sul loro lavoro o su altri aspetti della loro vita.
3. Incidenti automobilistici: il lunedì in cui l’ora legale entra in vigore si registrano più incidenti automobilistici, dovuti probabilmente alla circolazione in strada di gente assonnata e distratta.
4. Cuori impazziti: secondo diversi studi, nella prima settimana di ora legale c’è un picco di attacchi di cuore. L’ora persa a causa dell’ ora legale, pare aggiunga stress a stress e aumenti, per le persone già a rischio, le probabilità di incorrere in un attacco di cuore. I medici suggeriscono a chi soffre di cuore di adattarsi gradatamente al cambio di orario, anche solo un quarto d’ora alla volta.
5. Più Suicidi: uno studio condotto in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di ora legale, e in quelle successive al ritorno all’ora solare. Secondo i ricercatori, anche un piccolo cambiamento nei ritmi crono-biologici può portare a effetti devastanti nelle persone più vulnerabili.
L’invenzione dell’ora legale è in genere attribuita all’inventore statunitense Benjamin Franklin che, nel 1784, in una lettera pubblicata su un giornale di Parigi, invitava scherzosamente i parigini ad alzarsi più presto al mattino per sfruttare la luce solare e risparmiare così sul costo delle candele. Abolita nel 1920, nei decenni successivi l’ora legale è stata oggetto di dispute e dibattiti in merito alla sua legittimità.
Negli Stati Uniti, come in Italia e negli altri Paesi che adottano questo sistema, ogni anno si discute sul fatto se l’ora legale sia davvero necessaria. Resta infatti da chiarire se davvero l’adozione dell’ora legale porti effettivamente a uno stato di stress temporaneo causato dal dormire un’ora di meno e dallo spostare i propri orari biologici. In Europa si è parlato a lungo della possibilità di permettere a ogni paese di decidere se usare o no l’ora legale, ma la questione per adesso è stata rinviata. Nel 2018, la Commissione Europea pose seri dubbi circa la legittimità dell’ora legale. Basandosi sui sentimenti dei cittadini europei e sugli effetti collaterali del cambio d’ora, gli esperti notarono la grande insofferenza dei cittadini nei confronti dell’ora legale. Tali riflessioni spinsero a porre in dubbio la necessità di mantenere in vigore l’ora legale. Nel 2018 quando la Commissione Europea decise di lanciare online una consultazione, con lo scopo di conoscere il parere dei cittadini dell’UE, la maggioranza si espresse a favore dell’abolizione della doppia ora. L’UE chiese, di conseguenza, a tutti gli stati di decidere se mantenere l’ora legale o quella solare.
Contraria alla revisione delle direttive sull’orario, l’Italia decise di depositare una richiesta formale al Parlamento di Bruxelles per poter mantenere il sistema attuale, in vigore dal 1966. L’Italia, quindi, manterrà almeno per il momento l’alternanza oraria che divide l’anno solare in due parti. L’Italia si mostra ferma nella decisione di mantenere in vigore l’ora legale. Secondo l’Italia, non ci sono evidenze scientifiche dell’effettivo danno emotivo sulle persone causato dal mutamento orario. Inoltre, tra le ragioni a favore dell’ora legale, c’è quella che l’ora legale consente un effettivo risparmio sulle bollette degli italiani.
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