L'iniziativa dell'associazione Gammazita ha incontrato una risposta molto forte dalle persone, sui social e non, mostrando il lato più solidale di Catania. Un'idea semplice e facile da replicare che può dare un grande aiuto a chi potrebbe trovarsi in difficoltà.
“Per noi è un modo per contagiare il resto della città: piuttosto che aver paura e chiuderci in casa, noi che siamo giovani possiamo dare una mano a chi in questo momento deve maggiormente tutelarsi. Non solo stando attenti a non portargli il virus, ma soprattutto aiutandoli”. Così Veronica, volontaria dell’associazione Gammazita di Catania, spiega l’iniziativa attivata per aiutare anziani e soggetti a rischio a combattere il Coronavirus. Un’iniziativa semplice, solidale e che chiunque può replicare nel proprio piccolo.
Come si legge nel post affisso fuori dai locali dell’associazione e diffuso anche su Facebook, i volontari del Gammazita si offrono di fare la spesa di alimenti e medicine per gli anziani, per chi ha patologie e per gli immunodepressi del quartiere dell’associazione, nella zona di Castello Ursino: insomma, tutte le categorie che, più di altre, rischiano, frequentando locali affollati, di contrarre il Covid-19.
“Abbiamo lanciato questa iniziativa prima di tutto per dare un messaggio positivo – racconta Veronica -. In un momento in cui ognuno pensa per se stesso volevamo dire che l’importante è prendersi cura del prossimo. Il prossimo non è solo inteso per il futuro, ma il tuo vicino di casa, il tuo amico, il parente, colui che ti sta accanto in un certo momento: porre attenzione nei confronti degli altri”. L’associazione vive e ridà vita al quartiere da ormai 7 anni e in zona ormai li conoscono tutti. Ecco perché la richiesta, da parte di alcuni su Facebook, di inserire il numero di telefono, non aveva molto senso. “Così diventerebbe un po’ una controindicazione“, spiega la volontaria, che specifica che l’iniziativa si rivolge agli abitanti del quartiere proprio perché vuole essere un esempio per tutti quanti abbiano la possibilità di fare altrettanto.
“Ci piacerebbe tantissimo che ogni condominio, ogni palazzo, in ogni posto dove abitano giovani che non abbiano problematiche sanitarie possano fare la stessa cosa e mettersi a disposizione del prossimo, dei loro vicini“, aggiunge subito dopo.
Come funziona, nello specifico, questo gesto di solidarietà nel contrasto al Coronavirus? “Dalle 16 in poi i vari abitanti che passano da noi e che vivono il quartiere ci dicono: c’è la signora tizia che non può uscire, qui c’è il numero di telefono. Io li ricontatto e capiamo quali sono le necessità della persona e tra noi attivisti andiamo a prendere eventuali medicine o spese”, spiega. Tuttavia, finora nessuno fortunatamente si è fatto avanti con richieste di aiuto. “Penso che la situazione si aggraverà nei prossimi giorni con le restrizioni approvate. Noi ci siamo già attivati tre giorni fa in realtà, anche se il post è dell’altroieri”, aggiunge in seguito.
Se finora non si è ancora fatto avanti nessuno per richiedere aiuto, la risposta da parte dei catanesi non è mancata. Il post è diventato a breve virale e ha superato le mille condivisioni, ma più di di queste sono i messaggi di supporto ad aver attivato la macchina della solidarietà. “Ieri abbiamo ricevuto un sacco di messaggi anche da persone vicine all’associazione: amici e amiche che si sono offerti di aiutare – dichiara Veronica a proposito -. Anche sulla pagina molte persone si sono offerte, tra cui un medico, per esempio, che ci ha detto che se riceviamo una grossa mole di domande e non riusciamo ad aiutare si sarebbe reso disponibile per soccorrere chi ne ha bisogno. Da parte delle persone c’è stata una risposta fortissima. Funzionerebbe meglio, però, se ognuno lo facesse nel suo palazzo”.
Infatti, forse non è un caso che questa idea per contrastare il contagio del Coronavirus sia nata proprio al Gammazita, uno spazio che da diversi anni ormai ha deciso di fare un passo indietro e tornare a vivere il quartiere come si faceva una volta, essendo solidali l’uno con l’altro. Un modo, forse un’occasione, per riscoprirsi tutti uniti e uguali. “Chissà – aggiunge la volontaria del Gammazita – che questa strana esperienza che stiamo vivendo non possa renderci tutti un po’ diversi e migliori, creando un forte sentimento di unità e coesione sociale che è venuto a mancare negli ultimi anni“.
Il virus e le rispettive ordinanze, con l’obbligo di chiusura di attività come pub e il rispetto della distanza di sicurezza ha stravolto le abitudini delle persone. Allo stesso tempo, però, gli stop imposti possono diventare un’occasione per fare un passo indietro e riflettere sul nostro stile di vita. Quanto all’associazione Gammazita, la programmazione degli eventi è stata annullata, per evitare di creare ulteriori occasioni di contatto ravvicinato. “Fino a l’altro ieri abbiamo mantenuto l’associazione aperta anche di sera, ieri abbiamo deciso di adeguarci alle nuove norme arrivate e chiuderemo alle 21:30, come per gli altri esercizi – aggiunge Veronica parlando della situazione attuale, comune ormai a tante realtà in Sicilia e in tutta Italia -. Questo decreto ministeriale è molto generico. Per un gestore di un’attività pubblica l’unica è appellarsi al buon senso dei suoi clienti. È giusto cercare di gestire al meglio la situazione nel rispetto dei nostri amici immunodepressi, nei confronti dei nostri genitori e dei nostri nonni: è una scelta coscienziosa, anche se molto complicata da tenere in pugno”.
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