Scuola

Concorso scuola, scontro tra sindacati e Miur: confermato lo sciopero

agenzia delle entrate concorsi
In merito ai concorsi scuola i sindacati confermano lo sciopero del mese prossimo contro il rifiuto del ministero dell'Istruzione a un maggior dialogo.

Sembrano non volersi arrestare i dissapori sul concorso scuola tra il ministero dell’Istruzione e i sindacati di categoria. Lo sciopero previsto per il mese prossimo, infatti, non soltanto si farà, ma potrebbe rappresentare il preludio a successive manifestazioni. Il rigetto delle richieste in merito alle modalità di svolgimento dei prossimi concorsi porterà, quindi, i sindacati a scendere in piazza.

Lo sciopero è previsto per il prossimo 17 marzo, quando Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda manifesteranno contro la totale chiusura da parte del ministero verso le proposte avanzate. La mobilitazione prevederà lo sciopero di tutto il personale precario e dei responsabili amministrativi. Questa, tuttavia, potrebbe essere solo la prima tappa di un invito all’azione che riguarderà l’intero personale della scuola.

Concorso scuola: i motivi dello scontro

L’agitazione dei sindacati sarebbe dovuta, quindi, al mancato dialogo con il ministero dell’Istruzione, specialmente in merito al concorso straordinario. Teatro dello scontro sarebbero la modalità di svolgimento delle prove di concorso e uno scarso riconoscimento dei titoli professionali. La proposta dei sindacati sarebbe, infatti, quella di creare una banca dati dei quesiti dell’esame, così da permettere una migliore preparazione dei candidati. Il ministro Azzolina, invece, avrebbe optato per una prova composta da 80 quesiti da risolvere in 80 minuti, ma senza banca dati, con lo scopo di testare le competenze dei docenti.

Altro fronte di scontro, inoltre, sarebbe quello che riguarda la valutazione dei titoli professionali dei candidati. I sindacati avrebbero voluto, in effetti, un punteggio maggiore da assegnare ai titoli e agli anni di servizio svolti, anziché alla prova di valutazione in sé. Si chiedeva, quindi, di assegnare fino a un massimo di 30 punti per la prova d’esame e fino a un massimo di 70 per i titoli dei candidati. Rifiutata anche la proposta di assegnare un bonus di 5 punti per ogni anno di servizio all’attivo.

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Gli scontri relativi al concorso ordinario riguarderebbero, invece, i seguenti punti: l’eliminazione della prova preselettiva; la definizione del voto minimo che garantisca equità sul territorio nazionale; la valutazione del servizio svolto su sostegno nella procedura concorsuale della classe di concorso; un numero di quesiti uguali per tutte le classi nella prova scritta; l’impostazione come lingue straniere delle 4 lingue comunitarie maggiormente diffuse.