Si è tenuta ieri la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico (19/20) che, sui social, viene etichettato #Unict2020: insieme al rettore Priolo e al direttore generale La Via, sul palco del Bellini è salita la direttrice del Cern, Fabiola Gianotti.
L’Ateneo di Catania vuole ripartire: si è visto al momento dei primi mesi del rettorato di Francesco Priolo e lo si evince dalla serata di ieri – venerdì 31 gennaio – dedicata al nuovo corso dell’Università. #Unict2020, così sui social e sul palco del Teatro Massimo “Vincenzo Bellini” di Catania parte l’anno accademico, il 585esimo dalla fondazione dell’Ateneo catanese.
Nella cornice del bellissimo e suggestivo Teatro Massimo, il Magnifico ha dato via ufficialmente al nuovo corso dell’Unict. Sui palchi e nella platea tanti professori e ospiti, quali il presidente della Regione Nello Musumeci, l’arcivescovo Salvatore Gristina, il sindaco di Catania Salvo Pogliese, gli assessori Roberto Lagalla, Ruggero Razza e Antonio Scavone, i parlamentari nazionali e regionali etnei, rappresentanti della magistratura, delle forze armate e delle forze dell’ordine, il sovrintendente del Teatro Massimo Giovanni Cultrera, il presidente dell’Inaf Nicolò D’Amico, il presidente del Cnr Massimo Inguscio, i rettori Salvatore Cuzzocrea (Messina), Santo Marcello Zimbone (Reggio Calabria), Giovambattista De Sarro (Catanzaro), Giovanni Puglisi (Kore di Enna), il direttore della Sissa di Trieste Stefano Ruffo, i prorettori Fabio Mazzola (Palermo), Renato Misiani (La Sapienza), Antonino Pulvirenti (Lumsa), Roberto Furesi (Sassari).
Ma l’ospite d’onore è sicuramente la direttrice del Cern, Fabiola Gianotti, protagonista nella scoperta del “bosone di Higgs“. Fabiola Gianotti è la quarta italiana, dopo Edoardo Amaldi, Carlo Rubbia e Luciano Maiani, a ricoprire il ruolo di direttore generale del Cern, il più grande laboratorio al mondo dedicato allo studio dei costituenti fondamentali e delle loro interazioni. Erede di quella grande tradizione che da Fermi in poi ha visto l’Italia sempre leader nel campo della fisica delle interazioni fondamentali, Gianotti è anche la prima donna a ricoprire tale ruolo e il primo Direttore generale ad essere riconfermato per un secondo mandato, che ricoprirà fino al 2025.
Prima della cerimonia solenne, nel foyer, mentre le figure accademiche si preparavano per il corteo iniziale, i microfoni di LiveUnict sono riusciti a prendere i pensieri del rettore Priolo e della direttrice Gianotti.
“Il punto sostanziale, la ricetta fondamentale è una sola: aumentare il numero degli studenti e delle studentesse – dichiara il Magnifico dell’Unict –. Un fatto positivo è che il numero di immatricolazioni di quest’anno è in linea con quello precedente. Questo è ovviamente anche un punto da cui ripartire davvero. Come? Dando più servizi, dando un’offerta formativa sempre più appetibile. Ripartire, sicuramente, dando un’immagine dell’Ateneo sana, operosa, che sia per gli studenti: a loro servizio e a loro immagine“.
“Sono contenta di partecipare ad eventi del genere, che possono dare fiducia e incoraggiare gli studenti nella ricerca scientifica, così da incentivare a costruire un futuro migliore. Gli studenti devono avere fiducia in questa istituzione, andare avanti con umiltà e determinazione“, dichiara la direttrice del Cern di Ginevra, Fabiola Gianotti”.
“Non commento la politica dei vari Paesi. Quello che posso dire è che è importante continuare a sostenere la ricerca, con posti per ricercatori e per i giovani“, afferma la direttrice, la quale interviene anche sulla questione del divario Nord-Sud: “Noto che ci sono università ottime sia al Nord che al Sud Italia. Al Cern stesso, ho colleghi provenienti dalle università del Mezzogiorno che sono davvero in gamba“. Cern di Ginevra che è in stretto contatto con i centri di ricerca del capoluogo etneo, “soprattutto per quanto riguarda campi di sviluppo comuni (e anche sullo scambio di ricercatori). In generale ci sono molti contatti con i laboratori nazionali di fisica nucleare e in particolare con l’Istituto catanese“.
La direttrice interviene anche sull’esistenza del gap di genere nel campo della ricerca scientifica: “Le donne, in tale campo, sono il 20% ed è chiaro che c’è ancora un divario da colmare e che cercheremo di farlo con iniziative, misure e incoraggiamenti, con infrastrutture; ma è anche vero che in tale direzione si progredito all’aumento di donne nella ricerca, visto che anni fa la situazione non era per nulla rassicurante“.
La cerimonia inizia ufficialmente il corteo dei dipartimenti con i propri rappresentanti, degli organi d’Ateneo e dei rettori ospite, chiuso dall’arrivo del rettore in platea, il quale poi sale sul palco del Teatro Massimo di Catania.
“L’Ateneo – ha osservato il rettore Priolo – è penalizzato da politiche strutturali condotte negli ultimi quindici anni che hanno portato a una riduzione delle risorse statali passando da un’assegnazione annuale di 197 milioni di euro nel 2009 a 162 milioni nel 2019 e a una riduzione dei docenti, scesi in dieci anni da 1600 a 1222. A differenza di altri Paesi che, anche nel pieno della recessione, hanno investito sul futuro – cioè in formazione e ricerca, in capitale umano e innovazione – il nostro Paese ha proseguito su una linea di tagli destinata a creare disuguaglianze sempre più marcate tra nord e sud“. Il rettore è poi tornato sulle recenti indagini giudiziarie che hanno investito l’Ateneo: “Attendiamo che i lavori della magistratura facciano definitivamente luce su ciò che è stato, adesso però chiediamo che i toni si abbassino e che si mostri solidarietà verso una comunità che ha avuto il coraggio di dare inizio a una profonda riflessione, scegliendo di ripartire in vista della valutazione fissata dal Ministero per il prossimo novembre, attraverso concrete iniziative di trasparenza e nuove regole e criteri che possano prevenire le storture insite nel sistema nazionale di reclutamento: è giusto che chi ci osserva dall’esterno comprenda che le chiamate universitarie rappresentano una scelta necessaria per garantire ai nostri studenti e alle nostre studentesse l’offerta formativa che meritano“.
Il prof. Priolo ha poi citato alcune delle numerose azioni che sono state già intraprese dall’atto del suo insediamento, a settembre scorso. “Nuovi bandi per ricercatori a tempo determinato, la stabilizzazione di 140 unità di personale precario, gli investimenti per la ricerca dipartimentale aumentati di oltre il 50% rispetto agli ultimi anni, convenzioni con gli Enti di Ricerca nazionali, l’avvio di nuove partnership con le imprese finalizzate alla fondazione di veri e propri Joint Research Center, 15 milioni di euro investiti per ri-ammodernare tutte le aule dell’Ateneo, compresa Caserma Abela, la sede della Struttura didattica decentrata di Siracusa, 500 mila euro destinati a 1000 premi di merito per gli studenti di tutti i corsi di laurea. Infine, i fondi aggiuntivi dedicati alla mobilità internazionale, che si affiancano alle risorse del programma Erasmus“. Tutti investimenti di crescita che però non mettono a rischio le finanze dell’Ateneo e che, secondo il rettore, non intaccheranno, per quanto riguarda l’esercizio 2019, la soglia dell’80% nel rapporto tra spese per il personale e le entrate.
“Il 2020 sarà l’anno della visita Anvur per l’accreditamento e della valutazione della qualità della ricerca per il quinquennio 2015-2019 – ha concluso Priolo – che affronteremo con impegno e serenità. Su questo piano, l’obiettivo è sicuramente quello di aumentare il numero dei nostri iscritti attraverso una maggiore diversificazione dell’offerta formativa, un innalzamento della qualità dei servizi e un recupero della nostra immagine. Impossibile, però, avere successo senza una più marcata propensione alla ricerca e all’innovazione; impossibile avere successo senza la giusta apertura agli Enti di Ricerca, agli Enti locali e alle imprese del territorio. L’Università è, e deve rimanere, il volano della cultura, coinvolgendo in maniera sempre più sistematica la società civile e realizzando i sogni delle nuove generazioni per il futuro“.
Fa da eco l’intervento del direttore generale dell’Ateneo di Catania, Giovanni La Via, il quale ha prefissato obiettivi quali “aumentare l’efficienza della macchina amministrativa e intercettare risorse aggiuntive rispetto ai finanziamenti tradizionali“.
“Nonostante la riduzione delle entrate dovute alla riduzione del Ffo e della contribuzione studentesca – ha osservato il docente che dal primo gennaio ha assunto l’incarico di Direttore generale dell’Ateneo – negli ultimi anni l’Università ha continuato a realizzare investimenti e a potenziare i servizi attingendo alle copiose riserve finanziarie di cui dispone. Nel breve periodo dovremo comunque lavorare per riportare in equilibrio i conti dell’Ateneo. In tale ottica bisognerà ricercare fonti esterne per finanziare gli interventi previsti nel piano triennale delle opere pubbliche, aumentare la capacità di intercettare risorse aggiuntive a livello regionale, nazionale ed europeo e soprattutto realizzare un piano di razionalizzazioni interne per contenere i costi della gestione corrente e intensificare l’attività di controllo sull’evasione contributiva e il recupero dei crediti“.
Il prof. La Via ha ricordato le iniziative in corso sul piano della sostenibilità “ambientale ma anche economica in materia di limitazione del consumo energetico, riciclo dei rifiuti, riduzione dell’utilizzo di carta e plastica, mobilità intelligente. Il livello di complessità raggiunto dalle amministrazioni universitarie, e le molteplici attività che mettono oggi in relazione l’alta formazione e la ricerca scientifica con la società, richiedono competenze nuove“.
“Tutti sappiamo che il nostro Ateneo ha bisogno del contributo degli studenti – ha raccolto l’invito il senatore accademico Giuseppe Calaciura, portavoce della Consulta studentesca per l’occasione –, il cambiamento comincia soprattutto da noi e dobbiamo essere proprio noi a perseguirlo“.
“Sono qui per testimoniare con la mia esperienza di studio quanto questa università mi abbia dato in termini di formazione e di prospettive culturali – ha riferito Laura Pernice, dottoranda in Scienze per il Patrimonio e la produzione culturale –, grazie anche alle possibilità di effettuare periodi di soggiorno all’estero presso università o istituzioni culturali. In fondo, come diceva la scrittrice premio Nobel Doris Lessing, studiare significa comprendere improvvisamente qualcosa che si era capita da tutta la vita, ma da un nuovo punto di vista“.
Spazio anche alla direttrice del Cern Gianotti, la quale ha spiegato il ruolo del centro di Ginevra: “Le ricerche che svolgiamo al Cern ci permettono di sviluppare applicazioni che poi trasferiamo alla società, come applicazioni per i pannelli solari, o l’analisi dei reperti storici, l’adroterapia, ovvero la cura dei tumori con fasci di protoni e ioni di carbonio, o gli strumenti per l’imaging. A questi esperimenti sulle particelle elementari, collaborano da diversi anni con successo studiosi del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania e dell’Infn“, ha ricordato, prima di indossare anche lei, insieme con il rettore, la felpa con il logo dell’Ateneo e accogliere sul palco, per una simbolica foto ricordo, tutti gli studenti presenti in platea.
Significativa è la frase conclusiva del discorso del rettore, che riassume l’entusiasmo della serata di ieri e per il nuovo anno che è appena iniziato: “Per molti anni, il 2020 è stata la linea lontana di un orizzonte, che indicava il termine degli obiettivi da raggiungere. Oggi il 2020 è il presente, ma è anche il punto di inizio di una nuova via aperta verso il futuro, da percorrere insieme“.
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