Giovanni Verga, grande esponente del Verismo, scomparve a Catania il 27 gennaio 1922: ecco i momenti principali della sua vita attraverso un percorso tra i luoghi del catanese.
Il nome di Giovanni Verga è sicuramente uno dei più noti nel panorama della letteratura italiana. Nato in Sicilia, sebbene abbia vissuto gran parte della sua vita lontano dall’isola, Verga rimane comunque un emblema per la sua regione di origine. Essa stessa, d’altra parte è sempre presente nelle sue opere: dalla caratterizzazione dei personaggi, ai loro nomi, passando per lo sfondo e e l’ambientazione dei suoi romanzi.
Il legame con la Sicilia sembra quindi non essersi mai spezzato, anche quando giocava la sua parte. Nello specifico, l’area del catanese è stata quella che ha più caratterizzato l’opera verghiana, considerando che si tratta anche della sua zona di provenienza. Ecco quindi un viaggio nella vita di Giovanni Verga attraverso alcuni luoghi chiave nel catanese.
La data e il luogo di nascita di Giovanni Verga non sono certi: secondo quanto risulta dai dati dell’anagrafe, nacque a Catania il 2 settembre 1840 ma a riguardo esiste un’ulteriore teoria. Secondo quest’ultima, sarebbe nato alla fine di agosto a Vizzini, luogo d’origine del padre, per poi essere registrato ad inizio mese a Catania, città di provenienza della madre di Verga e scelta migliore per gli affari della famiglia.
Il dubbio sulla data nasce invece da una lettera scritta anni dopo dallo stesso Verga a Benedetto Croce, nel quale risalta la mancanza di certezza riguardo il giorno esatto della sua nascita. Che sia nato o meno a Catania, nella città etnea Verga ha certamente vissuto parte della sua vita, in particolare in una casa tra le vie del centro della città. La casa di Giovanni Verga si trova infatti in via Sant’Anna 8 ed è oggi un museo, all’interno del quale è possibile vedere con i propri occhi gli effetti personali del grande scrittore.
Verga trascorse la prima arte della sua vita nella città catanese dove ebbe diverse esperienze formative per la sua vita e per la sua carriera da scrittore. Si trovava infatti a Catania quando l’epidemia di colera del 1854 si abbatté sulla città e fu quindi costretto a rifugiarsi nelle campagne circostanti, fondamentali per i suoi futuri romanzi e per la sua prima opera rimasta inedita, “Amore e Patria”, completato a soli 16 anni.
E ancora, entrò a far parte della Guardia Nazionale per quattro anni dopo l’arrivo di Garibaldi nell’isola, e si iscrisse anche alla facoltà di Legge dell’Università di Catania senza però completare gli studi prima di partire per Firenze. Inoltre, nel corso della sua vita, Verga si appassionò anche alla fotografia. Sono infatti numerose le foto riscoperte essere state realizzate dallo scrittore verista, e molte di queste riprendono i paesaggi e le persone di una Sicilia ormai quasi dimenticata.
Tra i luoghi fondamentali per Verga nel catanese non possono certo mancare Aci Trezza e Aci Castello. Queste aree e i loro abitanti hanno infatti ispirato Verga per molti dei suoi romanzi: così come Vizzini è l’ambientazione di “Mastro Don Gesualdo”, Aci Trezza è infatti il luogo in cui si svolge la storia de “I Malavoglia”.
Quest’ultimo è probabilmente il romanzo più famoso dello scrittore verista, da molti considerato la sua opera principale. E passeggiando tra le vie di Aci Trezza, anche ai giorni nostri è possibile percepire l’atmosfera del villaggio di pescatori siciliani che caratterizza l’opera verghiana. Inoltre, è anche presente un museo che riprende “la casa del Nespolo“, vale a dire l’abitazione dei personaggi principali de “I Malavoglia”.
Per quanto riguarda Aci Castello, anche in questi luoghi è possibile percepire l’essenza di Verga. Anche questo paese fu infatti inserito tra le ambientazioni che fanno da sfondo all’opera dei Malavoglia, e proprio pochi mesi fa l’amministrazione comunale aveva lanciato la proposta di ricreare nell’area di Aci Castello un “villaggio dei Malavoglia”, in omaggio a Verga e all’opera stessa.
Un altro dei luoghi catanesi presenti nei romanzi di Verga si trova nel pieno centro storico della città etnea ed è la Chiesa di San Benedetto, sita in via Crociferi. Proprio questa chiesa e l’annesso convento sono infatti indicati come luoghi di ispirazione per il romanzo epistolare “Storia di una capinera” di Giovanni Verga. Sarebbe proprio il monastero delle Benedettine il convento in cui la protagonista del romanzo, Maria, vive il dramma di una scelta di vita presa da altri per suo conto che la farà soffrire fino alla morte.
Lo stesso luogo fu anche utilizzato come set dal regista Franco Zeffirelli per la trasposizione cinematografica del romanzo di Verga. Nelle scene del film, datato 1993, è infatti possibile distinguere con facilità via Crociferi, la chiesa e il convento già citati e l’arco di San Benedetto, in uno dei momenti topici della pellicola.
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