Università: come si fa ad insegnare negli atenei italiani?

Sono molti i giovani che si preparano ad entrare nel mondo dell'insegnamento. Alcuni di loro ambiscono ad insegnare all'università. Come fare?

Di giorno in giorno, sempre più giovani scelgono di continuare i propri studi dopo il diploma, ed iscriversi all’università. Tra di loro, una buona parte mira ad ottenere i crediti necessari ad entrare nel mondo dell’insegnamento, aspettandone pazientemente i concorsi. Alcuni, più nello specifico, fanno in modo che i propri studi siano dedicati, nel futuro, all’ateneo stesso.

Diventare professore universitario, in effetti, è arrivare al gradino più alto dell’insegnamento. Per arrivarvi, occorrono anni e anni di concorsi, di gavetta e, ovviamente, di studio a non finire. Ma quali sono esattamente tutti gli step da seguire per arrivare all’ambita posizione? Vediamoli insieme, uno per volta.

Università, insegnarvi partendo da essa: il dottorato di ricerca

Il primo passo per diventare un insegnante universitario è scegliere di passare al 3° grado di formazione superiore, possibilità che si ha non appena terminata la laurea magistrale. Per entrare nel programma del dottorato di ricerca, occorre superare un concorso.

Una volta ottenuto l’accesso al dottorato, si possono dunque svolgere, redigere e pubblicare ricerche sulla base delle materie preferite; si può inoltre viaggiare all’estero per frequentare stage, così come è prevista la presenza ai laboratori di ricerca. Il dottorato dura dai 3 ai 5 anni; infine si dovrà redigere una tesi di ricerca originale.

Diventare ricercatore all’università

Una volta terminato il dottorato di ricerca, viene sbloccata la possibilità di accedere alla posizione di ricercatore universitario. Come ci si può già immaginare, occorre superare un concorso, bandito dall’università stessa senza limiti temporali, cioè selezionando i candidati in qualsiasi momento.

Il candidato, che può partecipare ad un concorso bandito anche da un altro ateneo, deve possedere la laurea specialistica, ed un ottimo curriculum; di grandi rilievo saranno pubblicazioni, punteggi alti di laurea, dottorati di ricerca all’estero. Dopodiché, si accederà alle prove, due scritte ed una orale.

Mentre gli scritti verteranno sul percorso formativo del candidato e su uno degli argomenti della materia fondamentale scelta, nella prova orale si discuterà delle ricerche effettuate fino a quel momento dall’esaminando. Una volta divenuti ricercatori universitari, si potrà essere assunti a tempo determinato per un triennio rinnovabile per altri due anni, oppure non rinnovabile.

In ogni caso, i compiti del ricercatore universitario sono molteplici. Si parta dal seguire le tesi degli studenti in corsa per la laurea; inoltre, a parte svolgere la propria attività di ricerca, si potrà anche fare da tutor nei riguardi delle materie per i quali si è ricercatori.

Il ricercatore confermato

Passati tre anni dall’inizio della propria collaborazione con l’università, si può far domanda per diventare ricercatori confermati. Naturalmente, si deve affrontare un nuovo concorso per chiedere il ruolo; nel caso non dovesse essere superato, si potrà richiedere la confermazione della posizione da ricercatore dopo due anni.

Diventare professori associati

Step dopo step, si arriva a gradini sempre più alti. Una volta divenuti ricercatori confermati, si può concorrere alla posizione di professore associato. Ormai non serve più dirlo: bisogna superare un concorso. Ma una volta vinto, si potrà insegnare per un massimo di 350 ore annuali.

L’ultimo step: il professore ordinario

Una volta terminate le ore previste dalla legge per i professori associati, si può partecipare al concorso – l’ultimo – per diventare professore ordinario. L’ambita posizione, il gradino più alto dell’insegnamento è quindi giunto, dopo anni e molteplici concorsi.

Il professore universitario insegna in corsi da minimo 70 ore, per un minimo di 350 ore annue. I professori ordinari, inoltre, seguono i tesisti, si occupano della didattica della materia così come della ricerca della stessa, per rinnovarne i metodi e le conoscenze. Il professore ordinario, inoltre, partecipa alle sedute di laurea così come a quelle amministrative, organizza corsi e seminari, elabora i piani di studio.

Insomma, una posizione ambita, per delle mansioni di grande importanza. Il professore ordinario ha in mano il futuro dei giovani studenti; tra di loro, inoltre, potrebbero esserci colo che decidono di seguire la strada che ha portato il docente sin lì. Il percorso è arduo, lunghissimo ed estenuante: eppure, uana volta raggiunta la vetta, per il nuovo professore sarà una gioia poter condividere il proprio amore per la cultura che l’ha portato sin là.

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