Università: tempi stretti ed esame alle porte. Quanti si rivedono in questo quadretto? Ecco alcuni consigli per preparare un esame in una sola settimana.
Non conta la media, la tipologia di corso o di studi: all’università ogni studente che si rispetti ha certamente avuto almeno una volta a che fare con una corsa contro il tempo per la preparazione di un esame. E ben poco conta la famose frase “Questa volta inizierò a studiare in anticipo”, declinata nelle sue diverse forme e sfaccettature. Infatti, puntualmente la sessione diventa un vero inferno anche a causa dei tempi stretti per la preparazione degli esami.
Può quindi essere utile provare ad architettare delle strategie per gestire il tempo nel migliore dei modi, in modo da evitare di ridursi alla fine. Tuttavia, nel caso in cui questi buoni propositi vengano ancora una volta perduti di vista nel corso dell’anno all’università, può tornare utile sapere come agire. Ecco alcuni consigli per gestire al meglio una situazione di emergenza e preparare un esame in una settimana.
Il primo punto da seguire in una situazione simile è certamente quello di organizzazione dello studio. Dalla divisione del lavoro a seconda del numero di pagine fino alla suddivisione giornaliera di esse. Per i più ambiziosi e per coloro i quali rendono di più sotto stress, può essere utile fissare obiettivi a breve termine, come il completamento di un capitolo in un paio di ore.
Sebbene i tempi siano stretti, quello che è impossibile da evitare sono le pause: se limitate e rispettate, esse permetteranno di gestire la stanchezza e il carico di studi in maniera migliore. Inoltre, è risaputo che i piani nascono per essere cambiati, ma in casi di emergenza come il preparare un esame per l’università in una settimana è meglio ridurre al minimo le alterazioni del programma stabilito.
Inoltre, nel caso in cui non si riesca proprio a mantenere la concentrazione può essere utile dormire o cercare di rilassarsi. Il troppo stress potrebbe infatti inibire le capacità intellettive, per cui le nottate insonni sui libri servono a ben poco rispetto a delle regolari sessioni di studio a mente fresca.
Un ottimo metodo per fornire motivazioni allo studio sono certamente le ricompense. Si può trattare di qualsiasi opzione: dallo snack all’ascolto di una canzone per distendere la mente, passando per una “breve” chiacchierata al telefono con un amico. Stabilire degli obiettivi e al raggiungimento di questi ottenere delle ricompense, può sicuramente dare una spinta in più durante lo studio.
Un’altra idea utile può essere quella di limitare l’uso di smartphone e social alle sole pause, come si trattasse di una ricompensa. Questo potrebbe permettere di evitare di farsi distrarre dall’arrivo di messaggi e notifiche, considerando che si è stabilito un momento adatto a questa attività.
Lo studio merita certamente il suo tempo, ma in situazioni di emergenza ogni “trucco” è vitale. Schemi, riassunti, mappe, domande e risposte: ogni strumento simile può essere utile in questa occasione, soprattutto se auto-realizzato.
Essi infatti sono utili per fissare i concetti, creare connessioni e collegamenti, avere un quadro più chiaro della situazione e anche per una futura fase di revisione veloce. Sta ad ognuno trovare il metodo più adatto alla materia o alle tempistiche di studio. Un ulteriore trucco può essere quello di ricorrere alla vecchia cara penna, in particolare ad inchiostro blu che aiuta a memorizzare i concetti scritti. Lo stesso vale per l’uso di colori ed evidenziatori: in questo caso può essere utile variare le tonalità a seconda di una legenda stabilita ad inizio studio o anche solo per dare un po’ di colore alle tristi giornate di studio.
Evergreen che però divide gli studenti in due fazioni opposte. Il confronto può infatti avvenire sia durante la fase di studio che solo durante quella di ripetizione: la scelta è a discrezione delle persone coinvolte.
Di certo, studiare in gruppo può aiutare ad alleggerire la pesantezza dell’attività e ad aiutarsi se si incontrano delle difficoltà. Tuttavia, in questi casi è necessario non cedere alla distrazione continua. È invece preferibile lo studio individuale per chi non vuole farsi scoraggiare dal collega preparato a bomba, o da eventuali confusioni nella spiegazione di concetti non ancora letti dal manuale in tranquillità.
L’ultimo passo non è proprio un consiglio di emergenza quanto un suggerimento per il futuro. Considerando che potrebbe capitare ancora di trovarsi in una situazione di “studio matto e disperato” in tempi stretti, sarebbe bene stilare un piano di emergenza passepartout da applicare per ogni materia futura. Questo potrebbe far sentire più sicuri nell’approccio al prossimo esame, anche se sarebbe preferibile tentare di iniziare a studiare prima che la scadenza dell’esame diventi prossima.
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