Il nuovo piano industriale di Unicredit prevede chiusure di filiali e licenziamenti. La Sicilia è la regione che ne pagherà maggiormente le spese.

L’istituto di credito Unicredit ha presentato a Londra il nuovo piano industriale 2020-2023 che ha allarmato i lavoratori. Il ceo dell’azienda, Jean Pierre Mustier, ha annunciato la chiusura di 500 filiali e tagli per 8 mila lavoratori, tra Germania, Austria e Italia.
In Italia, i tagli dei posti di lavoro saranno notevoli con circa 6 mila lavoratori in meno. Le notizie date da Unicredit sono ancora più sconcertanti per la regione Sicilia. Le filiali che verranno chiuse in Sicilia saranno circa 80 su 500 totali e a pagarne le spese saranno proprio i lavoratori siciliani. La chiusura delle filiali causerà un ulteriore allontanamento dal territorio con conseguenze negative anche per gli utenti.
La drastica riduzione di personale prevista da Unicredit è una strategia di risparmio dei costi, basata solo sull’ottimizzazione della rete di filiali. Il nuovo piano industriale prevede, infatti, un aumento degli utili fino a 5 miliardi in tre anni e un aumento dei ricavi a 19,3 miliardi di euro nel 2023. I dati forniti sono ancora generici e si attendono accordi con i sindacati.
“Il lavoro non può essere considerato una merce che si prende quando serve e si butta quando fa comodo – dichiara il leader nazionale della Cgil Maurizio Landini -. Unicredit annuncia 8 mila esuberi e chiude i primi nove mesi con un utile di 4,3 miliardi . Questo non è fare impresa, è essere irresponsabili. Non lo possiamo accettare”.
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