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“Mafia mi contattò per restituzione”: novità sul Caravaggio rubato [VIDEO]

A cinquant'anni da uno dei furti più misteriosi avvenuti in Sicilia, in un'intervista al Monsignor Rocco Benedetto pubblicata dal The Guardian spuntano nuovi indizi sul furto del quadro di Caravaggio.

Il quadro della Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, il capolavoro di Caravaggio rubato a Palermo nell’ottobre 1969, era finito in mano alla mafia. Prima di rivenderlo a un mediatore d’arte svizzero il boss Gaetano Badalamenti cercò di avviare una trattativa con il parroco dell’Oratorio di San Lorenzo, Rocco Benedetto, dichiarandosi pronto a restituire la tela in cambio di denaro.

Di questi contatti, mantenuti anche con lettere dei mafiosi e annunci sui giornali, parlò lo stesso parroco al regista Massimo D’Anolfi che stava preparando un documentario sulle opere d’arte trafugate. L’intervista inedita, il cui contenuto viene ricostruito dal quotidiano “The Guardian”, è stata consegnata alla polizia e ripescata dallo stesso D’Anolfi.

Sarà presentata a Palermo in occasione di una mostra su opere e capolavori scomparsi. Il parroco, morto nel 2003, non era riuscito a convincere gli investigatori e il sovrintendente alle Belle arti della pista mafiosa. Era stato addirittura indagato come complice dei ladri. Ma poi l’inchiesta era stata archiviata.

La tela si trovava all’Oratorio di San Lorenzo a Palermo e fu commissionata all’artista milanese, che però non passò mai dalla città panormita e dunque non la vide mai esposta sull’altare maggiore dell’Oratorio, dove rimase intatta, grazie anche a un restauro eseguito nel 1951, fino alla notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, quando un ladro la trafugò dal luogo sacro in cui si trovava per commissione della mafia locale.

La tela della Natività trafugata.

A distanza di anni emerge quindi una nuova testimonianza dalle parole del Monsignor Rocco Benedetto. “Dopo qualche tempo, non riesco a ricordare quanti mesi (dopo il furto) – afferma il parroco nel servizio del The Guardian -, una lettera arrivò nella mia casa di San Lorenzo. Nella lettera, i ladri dicevano: ‘Abbiamo il dipinto. Se vuoi trovare un accordo, devi far pubblicare la richiesta su un giornale’.

Ho informato il soprintendente agli affari culturali”. Dopodiché l’avviso fu pubblicato e don Benedetto ricevette un’altra lettera, assieme a una piccola porzione del Caravaggio, un pezzo di terra. La richiesta dei mafiosi era di pubblicare un altro avviso sui giornali, ma il soprintendente non volle. E il quadro venne perduto.

Leggi anche: “Natività” di Caravaggio rubata: la nuova pista porta in Sicilia
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