Entrano nel vivo le campagne "propagandistiche" dei candidati alla carica di rettore dell'Università di Catania. A presentarsi con una lettera indirizzata a colleghi, personale e studenti è il prof. Priolo.
Di seguito la lettera di presentazione del professore Francesco Priolo, uno dei cinque candidati alla carica di rettore dell’Università di Catania:
“Alle Docenti e ai Docenti, al Personale Tecnico-Amministrativo, alle Studentesse e agli Studenti
Care Colleghe, cari Colleghi,Care Amiche e cari Amici del Personale Tecnico-Amministrativo,
Care Studentesse, cari Studenti,
desidero informarVi che, dando seguito alle sollecitazioni di molti tra Voi, ho accettato di candidarmi alla carica di Rettore per il prossimo sessennio. È, questo, un momento drammatico per il nostro Ateneo, probabilmente il più difficile della sua storia pluricentenaria: siamo oggi tutte e tutti chiamati a maturare insieme una riflessione su quanto è accaduto e ripartire per riacquistare
credibilità e fiducia nel futuro. Nonostante i tempi stretti, queste elezioni devono rappresentare l’inizio di quel confronto aperto e onesto che dovrà proseguire nei prossimi mesi e diventare una
prassi consolidata per la nostra comunità. Il mio contributo sarà quello di mettere responsabilmente al Vostro servizio tutto quanto ho imparato su una realtà che ho scelto con convinzione e a cui da sempre mi sento orgoglioso di appartenere. Nel sottoporre alla Vostra attenzione la mia candidatura, ritengo opportuno dirvi brevemente di me.
Ho 57 anni, due figli e sono innanzitutto un ricercatore. Professore ordinario di Fisica della Materia dal 2001, oggi anche Decano del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Ettore Majorana”, mi sono dedicato alla nostra Università con puro spirito di servizio, assumendo negli ultimi 10 anni rispettivamente i ruoli di Senatore Accademico, Presidente della Commissione Ricerca di Ateneo,
membro del Presidio di Qualità, Delegato del Rettore alle Relazioni Internazionali, Coordinatore del Progetto BRIT, Presidente della Scuola Superiore di Catania e, da ultimo, Direttore di
Dipartimento. Ho offerto il mio contributo con serietà e impegno in ciascuno di questi ruoli, ma sono stati soprattutto i 6 anni che mi hanno legato alla Scuola Superiore a darmi modo di conoscere più a fondo il vasto patrimonio di energie e competenze di cui il nostro Ateneo è ricco. Gli stimoli e il sostegno che ho ricevuto da Voi mi hanno spinto a dare sempre di più alla Scuola come Struttura e comunità di docenti, allieve e allievi, così che anche la nostra potesse essere riconosciuta tra le più prestigiose realtà di alta formazione italiane. Assunta, però, la carica di Direttore di Dipartimento, ho scelto di dimettermi per massimo rispetto verso entrambe le istituzioni, dedicandomi completamente allo sviluppo della comunità dei fisici e rafforzando la partnership con l’industria e i maggiori Enti di ricerca. Ed è sulla base di queste esperienze che ho accettato di raccogliere insieme a Voi la difficile sfida di risollevare le sorti della nostra Università e creare un rapporto di rinnovata fiducia con le diverse componenti della società civile: aspetto i Vostri suggerimenti per definire insieme i dettagli di un progetto che tengo molto sia largamente condiviso. Avremo tempo per lavorare insieme: credo, comunque, sarete d’accordo con me quando dico che elementi di svolta potranno essere soprattutto quello del bilanciamento dei poteri del Rettore, del superamento delle divisioni che hanno lacerato il nostro Ateneo e quello – attraverso la definizione di regole condivise e sempre certe – dell’assoluta trasparenza di tutte le attività, dal reclutamento al funzionamento della macchina amministrativa.
I temi su cui dovremo concentrarci saranno quelli che conosciamo e su cui operiamo da sempre con serietà e dedizione: la didattica, la ricerca, l’internazionalizzazione e la “terza missione”. Dovremo partire innanzitutto da un confronto diretto con le comunità di ciascuna macro area – umanistica, giuridico-economico-sociale, medico-sanitaria e tecnico-scientifica – per individuare bisogni e problemi, ma anche per trarre il meglio dalle diverse storie, tradizioni e specificità. Dovremo poi dare forma a un’offerta didattica sempre seria, moderna, laddove possibile in lingua inglese, che ci renda più competitivi anche agli occhi dei nostri partner stranieri e limiti le scelte di “fuga” verso gli Atenei del nord. La sfida continuerà parallelamente anche sul piano dello sviluppo e della promozione della nostra attività di ricerca – da quella di base a quella applicata – così che sia via via più semplice agganciarci in modo sistematico al nostro territorio e all’Europa. L’obiettivo finale sarà quello di riacquistare stabilità ed equilibrio, crescere e diventare nel tempo esempio virtuoso per il Paese. Sono, queste, l’ho già anticipato, solo linee generali. Ho imparato dalla mia attività di ricerca e ogni qualvolta abbia ricoperto incarichi istituzionali che i risultati più grandi si raggiungono solo facendo squadra. Per questo, se vorrete darmi fiducia, mi impegnerò subito a mettere in atto una politica ampiamente inclusiva, in grado di valorizzare tutte le nostre migliori energie e ricostruire quel senso di orgoglio e di appartenenza di cui una comunità accademica ricca e vitale come la nostra ha oggi ancor più diritto.”
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