Categorie: Scienza e Salute

Tumori, studio di un medico catanese apre a nuove possibilità nella ricerca

La ricerca del medico catanese è stata pubblicata sulla rivista internazionale Journal of experimental and clinical cancer research e promette di aprire nuove ipotesi di ricerca per la comunità scientifica impegnata nella lotta contro i tumori.

Fibroblasti si sono trasformati in metastasi di un tumore al colon dopo essere stati colpiti da vescicole extracellulari derivanti dallo stesso cancro. È quanto è riuscito ad ottenere in laboratorio il ricercatore catanese Goffredo Arena, professore associato di chirurgia e patologia all’università McGill di Montreal (Canada). Uno studio che apre nuovi orizzonti nella lotta ai tumori, che potrebbero essere sconfitti intercettando o bloccando l’attività delle ‘vescicole extracellulari’ che fungono da ‘untrici’ nei confronti di cellule sane che vengono ‘contagiate’ e trasformate in cellule tumorali. La ricerca del chirurgo e ricercatore italo-canadese è stata pubblicata sulla rivista internazionale Journal of experimental and clinical cancer research e ipotizza anche, in base ai dati emersi, che le vescicole extracellulari tumorali possano modificare la membrana delle cellule che ‘infetta’ rendendole ‘invisibili’ al sistema immunitario, che dunque non sarebbe in grado di riconoscerle e distruggerle.

Arena da anni propone la teoria dell’‘horizontal transfer of malignant traits’, il trasferimento ematico delle caratteristiche di malignità, e in laboratorio studia i meccanismi di ‘trasmissione’. Le vescicole extra cellulari sono delle particelle di dimensioni molto piccole prodotte sia da cellule sane che da cellule tumorali. Contengono proteine, Dna e vari tipi di Rna. Gli studi finora pubblicati avevano già evidenziato un coinvolgimento delle vescicole extra cellulari tumorali nel processo metastatico e avevano dimostrato la loro funzione di ‘facilitatori’ del processo di attecchimento di cellule tumorali circolanti in tessuti di organi a distanza. Mai nessuno però aveva dimostrato che le vescicole extra cellulari prodotte da tumori avevano la capacità di dirottare i meccanismi replicativi e funzionali di cellule sane, tanto da riuscire ad ‘infettarle’ e a trasformarle in ‘copie’ di cellule tumorali.

“Il processo metastatico – spiega Arena – potrebbe non essere dovuto in realtà a cellule circolanti, ma potrebbe essere riconducibile all’azione di questi messaggeri. Agendo allo stesso modo di come agisce un telecomando, i tumori sarebbero capaci a distanza di cambiare il programma replicativo di cellule in altri organi e condizionarne le caratteristiche morfologiche e funzionali facendole diventare tumorali.

Nello studio appena pubblicato – aggiunge il ricercatore – è stato dimostrato che in esperimenti fatti in vitro le vescicole extra cellulari tumorali trasferiscono Dna e Rna tumorale nei fibroblasti sani. L’ingresso di questa informazione tumorale sembrerebbe essere responsabile della trasformazione dei fibroblasti in cellule tumorali del colon. Inoltre le analisi genomiche hanno evidenziato il trasferimento di mutazioni tumorali che indurrebbero modificazioni di proteine di membrana che potrebbero essere coinvolte nei processi di riconoscimento immunitario. Questo risultato – sottolinea Arena – fa ipotizzare la possibilità che le vescicole extra cellulari tumorali possano trasferire mutazioni che rendono le cellule trasformate a distanza invisibili al sistema immunitario che dunque non sarebbe in grado di riconoscerle e distruggerle”.

Il ricercatore, poi, apre alla possibilità di replicare i suoi esperimenti per confermare la riproducibilità e quindi la veridicità scientifica degli esperimenti eseguiti. “Questo è l’ultimo articolo – scrive sul suo profilo Facebook a proposito della ricerca pubblicata – e molto probabilmente il più importante. I meccanismi molecolari dietro al trasferimento orizzontale delle caratteristiche maligne si incominciano a svelare e quello che era considerata solo una ipotesi ora è un chiaro fenomeno che deve essere studiato, accuratamente scrutinato e convalidato dalla comunità scientifica. Sono a disposizione della comunità scientifica e sono pronto a condividere materiali in modo che gli esperimenti possano essere compiuti in altri laboratori e i risultati verificati su scala ampia”.

Goffredo Arena
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