Si attende il pronunciamento del Tar del Lazio su presunte irregolarità nella prova scritta e che potrebbe annullare il concorso e le conseguenti nomine a presidi.
A pochi mesi dall’avvio del nuovo anno scolastico le scuole potrebbero piombare nel caos, a causa delle mancate nomine dei nuovi dirigenti scolastici che potrebbero slittare o addirittura saltare se il Tar del Lazio il prossimo 2 luglio, accoglierà il ricorso e annullerà la prova scritta.
Quello che doveva essere un fiore all’occhiello del nuovo ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che contava di inserire nuovi presidi nelle scuole per sostituire i vecchi dirigenti scolastici, rischia di essere un boomerang a causa di numerose polemiche che sono sorte tra i candidati per le innumerevoli anomalie segnalate, tra cui ci sono in corso un procedimento presso il Tar del Lazio e un esposto alla procura di Roma firmato da 329 docenti.
Il procedimento di fronte al Tar del Lazio, si basa sostanzialmente su due aspetti controversi: il primo è che a seguito del maltempo il sindaco di Cagliari aveva disposto la chiusura delle scuole nella giornata del 18 ottobre scorso, e la prova era stata rifatta dai candidati sardi il 18 dicembre 2018, ma non poteva essere la stessa e ne è stata presentata una nuova ai candidati, violando, a detta dei ricorrenti l’obbligo dell’unicità della prova scritta a livello nazionale.
Il secondo rilievo che viene mosso riguarda la violazione dell’anonimato, perché le prove scritte inviate alle commissioni esaminatrici erano identificate con codici alfanumerici e codici fiscali, e quindi era facile associarle ai docenti.
Il Tar, perciò, nell’attesa della pronuncia che potrebbe annullare la prova scritta per tutti i candidati, ha consentito l’integrazione del contraddittorio per consentire a tutti i candidati di costituirsi in giudizio e far valere le proprie ragioni.
Inoltre, a seguito di diverse anomalie lamentate da diversi docenti che hanno sostenuto il concorso, e le loro proteste sono confluite nel movimento “Trasparenza è Partecipazione”, che ha raccolto diverse esperienze durante le prove scritte ed orali del concorso e ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma, che è stato inizialmente firmato da 271 docenti, ma che in seguito è cresciuto fino ad arrivare a 329.
Ma anche sui social sono arrivati diversi commenti, e cinque insegnanti hanno presentato ricorso individuale, contro la sottocommissione 20 del Lazio, che una settimana prima del termine fissato per la chiusura delle operazioni, si è dimessa in toto, pur avendo preso in esame i compiti della prova scritta, anche se non hanno espresso la valutazione. In seguito, la nuova commissione ha però corretto i 247 compiti nell’arco di tempo rimasto, e a detta dei candidati, era impossibile che ci fossero riusciti in così poco tempo.
Insomma, diverse sono le criticità che le prove del concorso per i nuovi presidi, presenta ma si aspettano gli esiti del Tar del Lazio per capirci qualcosa in più e vedere se verranno confermati gli esiti degli esami svolti finora oppure si riaprirà il tutto con annesso slittamento delle eventuali nomine che dovrebbero entrare a regime dal 1 settembre 2019 e coprire i vuoti dirigenziali di diverse scuole italiane.
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